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1 lug 2016
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"UL Luxury Brand Summit": contraffazione crimine ormai pandemico nel mondo

Pubblicato il
1 lug 2016

UL, gruppo internazionale specializzato nei temi della sicurezza, ha coinvolto la scorsa settimana a Milano l’élite del fashion system italiano per un confronto su tematiche di scottante attualità come quelle della contraffazione, delle normative internazionali, della sostenibilità e di un sourcing responsabile.

"UL Luxury Brand Summit": Michael Ellis e Brian Monks


Ad aprire i lavori Natale Consonni, Vice Presidente e Global General Manager di UL Consumer and Retail Services. Consonni è inoltre Presidente e General Manager dell’Istituto Italiano Sicurezza dei Giocattoli e nella sua carriera ha dato un forte contributo allo sviluppo degli standard di sicurezza all’interno dell’industria internazionale dei prodotti di consumo.

Il primo intervento è stato quello di Anne Bonhoff, Global Head of Chemistry di UL Consumer and Retail Services, sull’impatto della campagna 'Detox' di Greenpeace e di 'ZDHC' (Zero Discharge of Hazardous Chemicals), roadmap congiunta che si propone di azzerare lo scarico di sostanze dannose nelle catene di produzione delle aziende del comparto moda entro il 2020.

L’industria della moda, infatti, è stata a lungo una delle industrie ecologicamente più dannose. Più di 2.000 diversi prodotti chimici vengono utilizzati nei processi produttivi del tessile-abbigliamento, così come ingenti quantità di acqua, con conseguenti scarichi nelle falde acquifere.

La campagna contro l’inquinamento chimico nella produzione tessile iniziò grazie a Greenpeace nel 2011. Oggi un numero significativo dei maggiori brand e retailer internazionali, circa il 10% secondo i dati di Greenpeace, si è impegnato ad eliminare tutte le sostanze chimiche pericolose dalla catena di produzione e a raggiungere lo scarico zero entro il 2020.

Il tema dell’approvvigionamento responsabile è stato il secondo argomento della giornata. Fred Waelter, Global Business Lead Responsible Sourcing di UL, ha sottolineato l’importanza per un brand del lusso di poter controllare, tracciare e garantire la sostenibilità di ogni fase della propria supply chain – dalla fonte delle materie prime, al momento in cui i prodotti sono preparati e spediti – al fine di evitare qualsiasi danno d’immagine.

Nel pomeriggio, Yue Wang, Operation Centre Director del Tianjin Textile Fibre Inspection Institute, ha presentato al pubblico gli strumenti per affrontare le sfide dell’esportazione di prodotti di lusso nel mercato cinese. Il Tianjin Textile Fiber Inspection Institute, fondato nel 1950, è uno dei primi Istituti di ispezione delle fibre in Cina, sotto la supervisione ed amministrazione del Tianjin Market. Yue Wang guida lo sviluppo, il customer service ed i controlli qualità per i prodotti legati al campo tessile.

Con riferimento alla complessità dell’accesso al mercato cinese, Jiyuan Duan, direttore del CIQ Shangai ha offerto ulteriori spunti. Il CIQ di Shanghai ‐ Centro tecnologia del rilevamento ‐ è stato fondato nel 1999 con lo scopo principale di ispezionare, supervisionare e amministrare l’attività di import‐export dei prodotti e la conformità alle normative tecniche.

A chiudere la giornata di interventi, un dibattito acceso sul tema della contraffazione, il crimine del XXI secolo. Michael Ellis, Assistant Director dei servizi di Polizia dell’Interpol e capo del programma per il Traffico di prodotti contraffatti e Brian Monks, Vice Presidente delle Operazioni Anti Contraffazione di UL, hanno dichiarato che oggi stiamo vivendo “condizioni da tempesta perfetta” a livello mondiale per la fornitura e la domanda di prodotti contraffatti e piratati, crimine transnazionale che ha raggiunto ormai livelli pandemici e richiede un approccio congiunto tra il settore pubblico e quello privato.

A causa della contraffazione, l’Italia perde ogni anno oltre 6 miliardi di euro nelle vendite, di cui circa 4,5 miliardi solo nell’industria dell’abbigliamento e delle calzature, con una conseguente perdita di più di 60 mila posti di lavoro.

Le leve fondamentali messe in atto da UL per contenere il fenomeno della contraffazione sono le indagini di mercato, condotte da UL sui prodotti autorizzati ad avere il marchio UL; gli avvisi al pubblico, tramite il sito Web di UL e le agenzie stampa (oltre 200 gli avvisi emanati da UL negli ultimi 5 anni); la partnership con le forze dell’ordine, con l’obiettivo di assicurare che solo i prodotti che hanno ottenuto il marchio UL beneficino della sua fama di integrità e del suo ampio
riconoscimento, in collaborazione con le dogane di tutto il mondo; la formazione, attraverso programmi di sensibilizzazione; e infine la correzione di pubblicità false e fuorvianti che utilizzino impropriamente il marchio UL screditandone il consolidato significato di garanzia.

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