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Adnkronos
Pubblicato il
12 mar 2012
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'1.618 Sustainable Luxury': dal 29 marzo la seconda edizione a Parigi

Di
Adnkronos
Pubblicato il
12 mar 2012

La vetrina del lusso sostenibile è il salone del parigino "1.618 Sustainable Luxury" (29 marzo-1 aprile, Cité de la Mode et du Design), dove chic fa rima con etica e dove sfilano dal 2009, anno della prima edizione, le aziende 'green' più prestigiose. Perché se è vero che l'ecosostenibilità è una potente arma di comunicazione e di marketing, è anche vero che i consumatori sono sempre più attenti a quello che comprano.


Foto Adnkronos

Così, dopo anni di battaglie animaliste e film come "Blood diamods", il settore del lusso, dai gioielli alla cosmetica, inizia ad interrogarsi. Uno studio condotto in occasione della seconda edizione di "1.618 Sustainable Luxury" dall'Ifop, l'Institut Francais d'opinion publique, ha rilevato che la maggior parte dei consumatori francesi associano il lusso all'ostentazione, alla superficialità o a una qualche mania, in contraddizione con i valori dello sviluppo sostenibile, associato invece a saggezza, etica e moderazione.

Eppure, le strade del lusso e della sostenibilità possono incontrarsi, soprattutto quando il primo ritrova la sua anima artigianale. Lo hanno dimostrato alcuni esempi di 'chic responsabile', come Chanel che ha deciso di sostenere la trasmissione delle conoscenze della medicina millenaria "amchi", praticata nel Ladakh, finanziando integralmente la formazione dei medici di questa disciplina (per la metà donne), con il sostegno di una Ong locale.

Contestualmente, Chanel sovvenziona la pubblicazione di un'opera scientifica sulle piante medicinali e le loro proprietà dedicata agli scienziati internazionali, e un'altra in tibetano, distribuita gratuitamente agli studenti e ai medici dell'Himalaya. Swarovski ha sostenuto la costruzione di una "scuola dell'acqua" che ha già insegnato a 100.000 bambini a utilizzare al meglio questa risorsa.

Quanto a Cartier, un marchio che è sinonimo di lusso, è stato uno dei primi ad aderire al Conseil pour des pratiques joaillieres responsables, certificando che l'oro e i diamanti utilizzati per le proprie creazioni vengono estratti nel rispetto della natura e dell'uomo. Per la sua terza collezione New Vintage, Yves Saint Laurent ha recuperato dai suoi magazzini le stoffe inutilizzate.

Alla Cité de la Mode et du Design di Parigi, in occasione del salone del lusso sostenibile, saranno presenti espositori di ogni settore: design, arredamento, new tech, turismo, moda, oreficeria e benessere. A selezionarli, un comitato di esperti che si è posto come obiettivo quello di tracciare, attraverso la scelta dei partecipanti, le linee guida del lusso del futuro. Senza dimenticare l'arte, che sarà presente all'interno dello spazio dedicato all'esposizione d'arte contemporanea dedicata allo sviluppo sostenibile.

Padrino di questa edizione di "1.618 Sustainable Luxury" è Oskar Metsavaht, a capo di una delle più grandi aziende brasiliane di abbigliamento nonchè ideatore di e-brigade gruppo per il risveglio ambientale guidato da medici e ambientalisti. Lui stesso è medico dello sport, scalatore e ambasciatore Unesco. E' stato medico finchè non ha deciso di creare una sua linea di abbigliamento utilizzando materiali innovativi, in grado di adattarsi alle condizioni estreme, in particolare della montagna, e così fonda la Osklen nel 1988.

Nel 2003 viene nominato executive-president dell'Associazione degli imprenditori amici dell'Unesco e lancia una linea di T-shirts celebrative dell'International Decade for a Culture of Peace and Non-Violence.

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