Pubblicato il
5 set 2011
5 set 2011
Xavier Clergerie e Bertrand Foäche commentano la creazione del WHO'S NEXT Prêt-à-porter Paris
Pubblicato il
5 set 2011
5 set 2011
Xavier Clergerie et Bertrand Foäche alla conferenza stampa in cui hanno parlato della nuova organizzazione. |
FashionMag.com: Perché avete anticipato le date del salone da settembre a fine giugno?
Xavier Clergerie-Bertrand Foäche: Si tratta in effetti di una vecchia discussione. Avevamo provato a farlo prima con Jean-Pierre Mocho (Ndr.: l'ex presidente della Sodes, che gestiva Prêt-à-porter Paris, e attuale presidente della Federazione Francese del Prêt-à-porter Femminile). Ma ci sono stati degli ostacoli. Oggi, il periodo fine giugno-inizio luglio è più facile con i saloni riuniti sotto la stessa proprietà.
FM: Però, io rifaccio la domanda, perché la fine di giugno?
XCBF: Corrisponde agli attuali cicli d'acquisto. In settembre, i saloni parigini arrivavano per ultimi alla fine del percorso. Posizionandoci prima del Bread&Butter e dopo il Pitti Uomo ci troviamo al centro delle decisioni d'acquisto.
FM: Non pensate che i saloni di Berlino lo prenderanno come un attacco in piena regola?
XCBF: Sarebbe un errore. Ciascuno ha la sua specificità. E' proprio il contrario: noi permettiamo ai buyer internazionali, che vogliamo attirare numerosi, di fare un passaggio a Firenze, poi a Parigi, poi a Berlino. Gli facilitiamo gli spostamenti. E' anche vero che Parigi deve essere all'altezza del compito. E' chiaro che Premium a Berlino acquista slancio.
FM: Avete scelto come data la fine della Fashion Week maschile parigina e l'inizio delle sfilate di Alta Moda. Perché?
XCBF: Tutto ciò crea una continuità e una vera settimana della moda a Parigi, oltre a rafforzare la capitale francese.
FM: Avete esaminato tale questione con la Federazione francese della Moda, del Prêt-à-porter dei Creatori e degli Stilisti?
XCBF: Certamente; ne abbiamo parlato con Didier Grumbach, il suo presidente. Anche questo sembrava logico. Se consideriamo l'offerta maschile, sarà altrettanto importante a Parigi, fra il Tranoï, il Capsule e poi noi. Lo scopo non è di far concorrenza al Pitti Uomo, che è un super salone, ma di avere le nostre proposte a Parigi.
FM: Durante la conferenza stampa dello scorso sabato mattina, avete insistito sul Mr Brown, il vostro settore maschile. Avete anche dichiarato: “riconosciamo [di avere] una nostra strategia maschile"?
XCBF: Ripetiamo… Non si tratta da parte nostra di voler rifare il Pitti Uomo. La nostra offerta maschile si baserà in primo luogo sui marchi femminili che lanciano della moda maschile e che sono sempre più numerosi. Si può dire che si tratti di una visione maschile più alla francese. Al Pitti, i buyer internazionali vanno subito a cercare i prodotti esclusivamente italiani, sono i compratori asiatici a farlo in particolare.
FM: In concreto, state prevedendo di disporre i settori tutto intorno alla corsia centrale d'accesso ai padiglioni della Porta di Versailles. Come sarà realizzato il tutto?
XCBF: E' troppo presto per parlarne… Ciò che possiamo dire, è che la corsia centrale farà parte integrante del salone, che avrà un ingresso comune per tutti i settori.
FM: Nel futuro salone non avete creato una sezione etica. Perché?
XCBF: Noi facciamo dei saloni di moda. Per noi, avere etica è un atteggiamento normale, logico. Noi non distinguiamo un marchio etico dagli altri, come se non fosse normale. Un marchio etico sarà incluso in uno specifico settore in base alla sua personalità e alle caratteristiche che riveste nella moda.
FM: Per quanto riguarda i costi di affitto degli stand, li unirete anch'essi?
XCBF: E' evidente che la regola sarà quella del Who's Next. Ma la nostra fiera e il Pap Paris avevano gli stessi standard normativi. E' certamente diverso per il Mess Around.
FM: Cosa diventerà il salone di fast fashion Sixty Days in tutto questo?
XCBF: Sixty Days ha avuto solo la sua prima sessione. Staremo a vedere. Ne parleremo con Eurovet, con il quale siamo associati in questa manifestazione; come del resto con lo stesso Eurovet, che è specializzato nei saloni di sourcing, discuteremo riguardo a dove dovranno andare gli espositori posizionati su questo settore, che è presente in alcuni saloni della Porte de Versailles.
FM: Alla conferenza stampa, siete stati criticati da alcuni rappresentanti della calzatura. Pensate che la fine di giugno sia davvero una buona data per quel mercato?
XCBF: Ci è stato detto per esempio che i cinesi verranno a copiare a Parigi e a vendere al Micam in settembre. Noi ci basiamo sulla realtà del mercato. Jean-Paul Leroux (Ndr.: il fondatore di Mess Around) conosce bene il proprio settore di mercato. Ovviamente, questa scelta è stata fatta con lui. Noi pensiamo che i marchi possano essere pronti. Fatto che naturalmente non vuol dire che noi non perderemo alcuni espositori. Ma possiamo anche guadagnarne...
Jean-Paul Leroy (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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