7 apr 2018
Viveur: obiettivo 400 multimarca e consolidamento in Asia
7 apr 2018
Fondato dal CEO Carlo Maria Opice e da suo fratello 3 anni fa a Pavia, il marchio di occhiali punta a raddoppiare la sua presenza in negozi multimarca internazionali quest’anno e a consolidarsi nelle nazioni asiatiche in cui è appena approdato.
“Abbiamo pensato di chiamare il marchio con il nome francese viveur, cioè colui che vive la mondanità, perché è un termine ormai diventato conosciuto internazionalmente e poi perché vi abbiamo legato una brand identity riferita al dandysmo”, racconta a FashionNetwork.com il CEO e fondatore di Viveur Sunglasses. “Ogni occhiale riprende il nome di un famoso dandy del passato (Oscar Wilde, Lord Brummel, e così via). Tutti i nostri modelli hanno un’impronta vintage, ma reinterpretata in un’ottica moderna giocando molto sui colori di montature e lenti”.
Viveur acquista le lenti dalla Carbolite di Calalzo di Cadore (BL) e gli occhiali sono fatti a mano da artigiani che operano anch’essi nel bellunese, il cuore del distretto italiano dell’occhialeria. La loro colorazione avviene tramite il bagno galvanico che, oltre ad impreziosire il metallo, garantisce resistenza alla corrosione. Opice punta a realizzare degli occhiali molto leggeri, tanto che quelli dell’ultima linea per l’AI 2018/19, la “Primo Collection”, pesano solo 20 grammi. Le lastre sono invece prodotte dalla Mazzucchelli di Varese, una delle aziende leader mondiali nella produzione di lastre in acetato cellulosa.
Il fatturato di Viveur è aumentato del 30% nel 2017; il marchio pavese è arrivato a distribuirsi in 15 nazioni, in quanto il prodotto è stato esportato per la prima volta in alcuni stati extraeuropei. L’anno scorso Viveur ha infatti aperto i mercati di Corea del Sud, Thailandia e Hong Kong, in cui quest’anno punta a consolidarsi appieno. “Si tratta di nazioni che apprezzano molto il Made in Italy, soprattutto nelle colorazioni delle montature e delle lenti che non trovano usualmente nei loro marchi locali”, afferma Opice.
“L’Europa, soprattutto in Francia, Grecia e Germania, è comunque l’area in cui esportiamo di più. La Francia è infatti il nostro primo sbocco con il 20% del giro d’affari, seguita da Italia e Grecia con il 15% del dato complessivo delle vendite ciascuna”, aggiunge il CEO. Francia che è anche la nazione cresciuta di più l’anno scorso con un bel +12% di volume d’affari. Nell’Esagono, il marchio pavese di eyewear è distribuito in 40 punti vendita solo a Parigi, mentre in Italia sono 100 complessivi; 200 invece i multimarca totali in cui Viveur è diffuso, ma l’azienda lombarda punta a raddoppiarli entro fine 2018, nonché ad approdare tra la fine di quest’anno e il 2019 in alcuni mercati europei dove ancora manca, soprattutto la Spagna. “Il sogno resta, tra 2 o 3 anni, gli Stati Uniti, dopo un’accurata scelta di un partner locale”, auspica il fondatore.
Opice ha anticipato anche la sua idea (altro progetto da realizzare dopo il prossimo biennio) di aprire dei corner o dei temporary store negli Emirati Arabi, cui magari aggiungere dei trunk show.
Nella “Primo Collection”, Viveur ha giocato per gli occhiali da sole sui dettagli delle montature, sull’asta e sul frontale, e sull’utilizzo di lenti trisfumate, che degradano in tre colori, mentre negli occhiali da vista l’azienda ha acquistato uno stampo di 20 anni fa ripresentandolo con una lavorazione particolare e più moderna.
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