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Ansa
Pubblicato il
25 apr 2009
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Tornano cosmetici naturali

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Ansa
Pubblicato il
25 apr 2009

Creme alla frutta, alla polvere di diamanti, al fango di Pantelleria: i cosmetici naturali si apprestano al sorpasso della cosmesi di laboratorio. In fondo le donne non hanno certezza che i liposomi attivi o le nano-molecole rigeneranti possano rimandare l'intervento del bisturi o l'approdo alle 'punturine' miracolose, più di una crema alla mela verde o al melograno.



Ecco perché aumenta il numero delle aziende che stanno tornando a proporre cosmetici a base di prodotti naturali. Sono 2.312 i prodotti di bellezza bio-cosmetici certificati da Icea (Istituto per la certificazione Etica e Ambientale), 560 in più rispetto ad un anno fa (+32%). La parte del leone la fanno le creme viso (383), creme corpo (288), prodotti per capelli (199), bagnodoccia (167) e saponi (174), latte/tonico viso (103), oli corpo (119), scrub/maschere (94), solari (40), make up (71), igiene orale (37), deodoranti, igiene intima, fanghi (103).

Con il numero dei prodotti crescono fatturati e case cosmetiche certificate. In tutto se ne contano ormai 125; 46 in più di un anno fa (+70%). Il grosso si concentra in Emilia-Romagna (19), Lombardia (24) e Toscana (15). Da sole ne fanno 54 su un totale di 101 italiane. Le altre sono distribuite tra Veneto, Liguria, Umbria, Marche, Trentino, Sicilia, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte. Urgeva dunque una regolamentazione. E al Cosmoprof di Bologna é stato proposto lo standard Unico Europeo, che disciplina, definisce e regolamenta il cosmetico biologico, condiviso da cinque paesi europei.

Si tratta di Cosmos (Cosmetics Organic Standard), sottoscritto dagli enti certificatori di Italia, Francia, Inghilterra, Germania e Belgio, che stabilisce in Europa le caratteristiche dei cosmetici secondo natura. Cosmos si è reso necessario, ed entrerà in vigore dall'1 settembre, perché curare la bellezza con cosmetici rigorosamente naturali é un richiamo affascinante per il consumatore, che si rivela però molto spesso ingannevole. Oggi, per riconoscere un cosmetico biologico naturale, in assenza di normativa, si può aderire a un codice di autoregolamentazione, su base volontaria, e adottare un marchio per la produzione di cosmetici bio-ecologici (Icea in Italia, Ecocert in Francia, Soil in Inghilterra, Bdih in Germania e molti altri enti).

I nuovi standard europei prevedono due livelli distinti di certificazione, una per il prodotto biologico, una per il prodotto naturale. Per il primo impone che sia bio almeno il 95% degli ingredienti agricoli ottenibili con semplici metodologie di estrazione, e almeno il 20% sul totale del prodotto finito, considerando anche l'acqua. Anche il prodotto naturale non dovrà avere più del 2% di materie prime di sintesi. Per un prodotto cosmetico garantito e di qualità si richiede il rispetto di requisiti animalisti e ambientali con un linguaggio comune, che quantifica le diverse percentuali di bio, di naturale e di petrolchimica residua, mai superiore al 2 %.

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