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6 lug 2012
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Strasburgo boccia accordo ACTA anti-contraffazione

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APCOM
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6 lug 2012

Con una fortissima maggioranza di 478 voti contro 39 a favore e 165 astensioni, la plenaria del Parlamento europeo ha sonoramente e definitivamente bocciato a Strasburgo, il il Trattato anti-contraffazione su Internet denominato ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement), che la Commissione europea, sotto le forti pressioni USA, voleva applicare a tutta l'UE.


Foto APCOM

L'ACTA, che era stato negoziato tra Unione Europea, Stati Uniti, Australia, Canada, Giappone, Messico, Marocco, Nuova Zelanda, Singapore, Corea del Sud e Svizzera, è stato concepito per rafforzare l'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale su Internet. Il voto significa che né l'UE né i suoi Stati membri potranno più parteciparvi.

Il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ha commentato dopo il voto che l'ACTA "era la soluzione sbagliata per tutelare la proprietà intellettuale". I suoi molti oppositori consideravano che avrebbe attribuito poteri extraterritoriali alle società fornitrici di contenuti su Internet, consentendo la punibilità degli utenti che condividono sulla rete musica e film anche solo in cerchie ristrette di amici.

Respingendo l'accordo, l'Europarlamento ha esercitato le sue nuove competenze (procedura del 'consenso') previste dal Trattato UE di Lisbona in materia di trattati internazionali. Per quanto attesa, si tratta di una bocciatura clamorosa, con un solo precedente nel 2010 (anche se in un altro settore), riguardante il sistema Swift per la condivisione dei dati per i trasferimenti bancari.

Durante la discussione sull'ACTA, l'Assemblea di Strasburgo è stata "oggetto di una pressione diretta e senza precedenti da parte di migliaia di cittadini europei che hanno chiesto la bocciatura del testo, con manifestazioni per strada, e-mail ai deputati e telefonate ai loro uffici. Il Parlamento ha anche ricevuto una petizione firmata da 2,8 milioni di cittadini di tutto il mondo che chiedeva la stessa cosa", ricorda in una nota il servizio stampa del Parlamento Europeo.


Il Parlamento Europeo in occasione del voto sull'ACTA - Frederick Florin/AFP

D'altra parte, la Commissione Europea, dietro le pressioni americane, ha cercato in tutti i modi di far passare l'accordo, con il commissario al commercio internazionale, Karel De Gucht, impegnato in prima linea in sua difesa, e fino all'ultimo momento, durante il dibattito in Plenaria.

Dopo il voto, il commissario ha avuto una reazione piuttosto discutibile, affermando che ora bisogna comunque aspettare il giudizio della Corte di Giustizia Europea sulla compatibilità di ACTA col diritto comunitario e annunciando di voler "consultarsi con i partner internazionali" dopo quel verdetto. Il parere giuridico, in realtà, era stato chiesto durante il negoziato ma resta ora senza oggetto, perché ora l'ACTA per l'UE non esiste più, e l'Europarlamento si aspetta che la Corte non possa che prenderne atto.

Il commento più eloquente, in questo senso, è venuto dall'eurodeputato dell'Idv Niccolò Rinaldi (Alleanza dei Liberaldemocratici europei), che ha utilizzato un gioco di parole in latino: "Acta est fabula" ('La commedia è finita'). "Molto felice" per il voto si è detto il relatore del Parlamento europeo, il laburista britannico David Martin, che aveva raccomandato la bocciatura definendo il trattato "troppo vago e aperto a interpretazioni erronee".

Il PPE ha tentato fino all'ultimo di rinviare il voto di Strasburgo per attendere il verdetto della Corte Ue, ma invano: la Plenaria ha respinto la richiesta. I popolari, che erano anche divisi con alcune delegazioni nazionali contrarie all'ACTA, alla fine si sono in maggioranza astenuti, lasciando quasi senza opposizione il fronte compatto del 'no' all'accordo (Socialisti e Democratici, Liberaldemocratici, Verdi, Sinistra unitaria europea).

Fonte: APCOM