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Pubblicato il
26 ago 2009
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Stilista sudafricana impone il cotone dei 'coloni' come moda Afro
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26 ago 2009
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Roma, 25 ago. (Apcom) - Introdotto in Africa dai coloni tedeschi, il cotone 'isishweshwe' si è ormai liberato delle sue origini coloniali ed è diventato un simbolo della moda urbana Afro in Sudafrica. La stilista Bongiwe Walaza ha infatti imposto la tipica trama a disegni blu indaco, marrone e rosso in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone fino alla Svizzera.
Le collezioni di Walaza sono fortemente ispirate dalla tradizione rurale della provincia di Eastern cape, dove è cresciuta, ma la stilista è riuscita a creare uno stile caratteristico del Sudafrica post-apartheid. Il risultato sono giacche con le spalle a sbuffo e cinture larghe, vestiti in stile anni '50 e nuove versioni dei tradizionali abiti regali della tribù Xhosa. "In passato, se andavi in città con un vestito tradizionale venivi considerato retrò e ignorante - ha sottolineato Walaza - volevo che questa idea cambiasse. Voglio mantenere il look africano, senza però escludere chi non è africano".
Il cotone isishweshwe viene prodotto dall'azienda De Gama Textiles, nota anche con il nome 'amaJamani', arrivata in Sudafrica con i coloni tedeschi a metà del XIX secolo. Sebbene il disegno originale fosse rivolto alla comunità bianca, non passò molto che il tessuto riuscisse a imporsi anche tra le donne nere.
"Come stilista, la sfida è lavorare su qualcosa che la gente non prende solitamente in seria considerazione e trasformarla in qualcosa per cui la gente si alza e osserva - ha aggiunto Walaza - oggi la gente vuole addirittura gli abiti di matrimonio ispirati alla cultura africana, invece del tradizionale abito bianco occidentale".
Negli ultimi mesi, anche il mondo della moda ha risentito della crisi economica che ha portato il Sudafrica in stato di recessione per la prima volta negli ultimi 17 anni. "La recessione ha aggravato la situazione e conosco stilisti che si sono sempre battuti contro molte avversità che oggi dovrebbero essere sostenuti. Per me, non è niente di nuovo il fatto che gli stilisti debbano lottare", ha commentato Walaza.
Nel Paese africano, infatti, non si è ancora imposta un'industria locale della moda. "Ci sono molte scuole di design e molte persone che hanno concluso gli studi, ma molti di loro non vivranno con il lavoro di stilisti. Dovranno cercarsi altro - conclude - è per questo motivo che chiunque voglia entrare a far parte di questa industria deve essere sicuro di avere la passione".
Fonte: APCOM