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AFP-Relaxnews
Pubblicato il
18 gen 2016
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Settimane della moda pensate per il grande pubblico? Un'idea che non trova consensi unanimi

Di
AFP-Relaxnews
Pubblicato il
18 gen 2016

Delle settimane della moda aperte al grande pubblico, con sfilate di vestiti poi immediatamente disponibili per la vendita? La riflessione dei professionisti della moda statunitensi è ben lontana dal convincere Parigi e Milano.

Burberry - Autunno-inverno 2016 - Menswear - Londra - © PixelFormula


Le sfilate, come quelle della moda maschile iniziate venerdì a Milano, sono riservate ai professionisti (giornalisti, buyer) e alle celebrità, ma sono sempre più seguite da un ampio pubblico grazie alle immagini diffuse in maniera massiccia su Internet.

Dato che le collezioni (autunno-inverno, primavera-estate) vengono tradizionalmente presentate con una stagione d'anticipo, i consumatori devono pazientare e attendere fra i 4 e i 6 mesi per poter comprare i vestiti visti sulle passerelle. Il che determina frustrazione e un'attesa troppo lunga nell'epoca della fast fashion delle grandi insegne, e che incoraggia le copiature, sostengono alcuni attori del settore.

Giudicando l'attuale sistema "inefficace" e "fonte di confusione per il consumatore", il Council of Fashion Designers of America (CFDA), l'organismo che rappresenta l'industria della moda negli USA, ha affidato a uno studio di consulenti una ricerca che dovrebbe portare a formulare un insieme di proposte nel mese di febbraio.

Un'idea che è stata proposta è quella di organizzare delle sfilate spettacolari per i consumatori (come durante le attuali fashion week) nel momento in cui le collezioni sono in vendita. Queste sfilate sarebbero precedute sei mesi prima da una presentazione riservata ai professionisti, in particolare per consentire ai negozi di effettuare i loro ordini.

Ma questa opzione non conviene a Parigi e Milano, le città leader delle Settimane della Moda.

"Questa non è la soluzione migliore" per "Parigi, capitale della creazione, del savoir faire. I vestiti devono essere presentati in una forma e con coreografie che corrispondano al tempo in cui e allo spirito con cui sono stati creati", dice all'AFP Ralph Toledano, presidente della Federazione Francese della Moda.

"Non si può dire a uno stilista: adesso congeliamo la tua creazione per alcuni mesi. Alcuni di loro, due giorni dopo (la sfilata), dicono già che non la amano più, dunque immaginate cosa succederebbe dopo un paio di mesi!", prosegue il presidente della divisione moda del gruppo Puig (Nina Ricci, Jean Paul Gaultier, Paco Rabanne, Carolina Herrera), il quale condivide comunque l'osservazione newyorchese che l'attuale sistema sia "inefficiente", dato che "il nostro settore ha una crescita eccezionale!"

Quanto a una presentazione privata ai professionisti, Toledano non crede che al giorno d'oggi una collezione possa rimanere riservata, né che questo possa impedire che venga copiata.

Stesse obiezioni a Milano: "Partirebbe subito un mercato nero delle immagini di queste creazioni", predice il suo omologo Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana.

Capasa indica il rischio di "trasformare la moda in un fenomeno di marketing". "L'impulso verso l'innovazione dato dalle sfilate sarebbe perduto", prosegue, giudicando anche che questo fatto penalizzerebbe i nuovi brand, che "perderebbero il potente slancio indotto dalle sfilate".

Londra organizza invece da qualche anno un Fashion Weekend per il pubblico, che può, pagando un biglietto d'ingresso, assistere a défilé di collezioni di stagioni in corso.

Le frontiere tra questo evento e la fashion week, andranno senza dubbio “a sfumare sempre di più”, afferma Caroline Rush, direttrice del British Fashion Council (BFC). "Ma noi dobbiamo assicurarci che le firme, che contano sulle Settimane della Moda per trovare nuovi partner commerciali e contatti mediatici, possano continuare a farlo".

Molti stilisti hanno già cercato delle formule alternative agli show tradizionali, come Versus Versace, che fa sfilare dei modelli che sono immediatamente disponibili alla vendita sul proprio sito. Givenchy ha permesso a più di 800 persone, selezionate attraverso un'estrazione a sorte, di assistere alla sua sfilata l'11 settembre scorso a New York.

L'iniziativa tuttavia, non costituisce una prima volta: nel 1984, migliaia di spettatori avevano potuto comprare dei biglietti per assistere a una grande sfilata di Thierry Mugler a Parigi.

Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: AFP/Relaxnews

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