Settimana dell'Alta Moda di Parigi: Rodarte porta le sue “cowgirl” nel chiostro di Port-Royal
Aria di novità in questa stagione a Parigi. E nessuno ha saputo superare l'Ancien Régime come la maison di Los Angeles Rodarte, che domenica 2 luglio, ultima ma solo in ordine temporale di 4 new entry del calendario ufficiale che hanno sfilato durante la giornata, ha portato in scena il suo show di alta moda “Cowgirl”, trasformando l’atmosfera austera del chiostro dell’abbazia di Port-Royal in qualcosa di elegiaco e al contempo pieno di grazia funky.
Troppo spesso l’alta moda è stata per molti stilisti del Vecchio Continente solo una questione di “aggiustare” i canoni classici. Rodarte, invece, non si è lasciata sfuggire l’occasione di rivoluzionare il format, mettendo in mostra brillanti capacità di tagli creativi e assemblaggi culturali. Spesso considerata l’unica grande maison di moda basata in California, Rodarte ha giocato con i suoi temi preferiti, il romanzo western, il night-clubbing dissoluto e un naturalismo gentile, con un pizzico di quella raffinatezza che Parigi richiede, o per meglio dire, esige.
Stivali da cowboy a tacco alto hanno dato stabilità ad abiti lunghi in chiffon, in un’atmosfera tra il seducente e lo scherzoso sapientemente allestita dalle sorelle Kate e Laura Mulleavy, alla guida di Rodarte. Mentre risuonava “After the Goldrush” dei Prelude, le modelle hanno concluso la loro sfilata nel chiostro e si sono riunite nel giardino, impreziosito con una miriade di piante e fiori estivi dal celebre fiorista Debaulieu. Ogni modella era decorata con fiori freschi, intrecciati attorno alle braccia, alle anche, alle spalle e in alcuni casi anche attorno alla testa.
La felice unione tra stile cowboy e alta moda è stata sottolineata da un notevole abito da flamenco bianco, con uno scollo formato da petali in morbido cuoio. A seguire, abiti da maestra sexy in chiffon trasparente tempestati di minuscoli nastri metallici; un superbo abito con stampa uccello del paradiso, con la modella che portava nelle mani i fiori simili al volatile che portano lo stesso nome; e ancora un’incredibile tuta in maglia mohair.
“Volevamo assolutamente rispettare la tradizione e tutti i grandi stilisti che hanno lavorato nell’alta moda. Ma allo stesso tempo volevamo lasciare la nostra impronta”, ha dichiarato Kate Mulleavy dopo lo show.
La location era perfetta: un’abbazia reale a lungo associata con il giansenismo, movimento ossessionato dalla depravazione umana e dal bisogno della grazia divina. Un rifugio dove una delle amanti di Luigi XIV morì dando alla luce suo figlio. Questo show, invece, sembra abbia dato nuova vita all’alta moda.
Versione italiana di Laura Galbiati
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