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7 set 2016
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Saldo commerciale tessitura italiana: nel I sem è positivo per 830 mln

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APCOM
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7 set 2016

Pur se ancora in fase negativa, per la tessitura italiana nel suo complesso il 2016 si mostra nei primi mesi, con dinamiche di miglioramento rispetto allo scorso anno. Il fatturato nel 2015 dell'industria tessile italiana è stato di circa 8 miliardi di euro. L'export recupera un +0,5%, mentre l'import si ferma al +0,1%.

Un momento della cerimonia di apertura della 23esima Milano Unica a Fieramilano Rho


Secondo quanto valutato dall'Istat relativamente alla produzione industriale, la tessitura italiana, tuttavia, nel periodo gennaio-marzo 2016, mostra un decremento tendenziale del -2,3%, mentre da aprile a giugno contiene il calo al -1,0%. Pur restando in area negativa, l'attività produttiva denota, dunque, un rallentamento del tasso di caduta rispetto a quanto registrato nei corrispondenti periodi del 2015. E su questo dato fanno ora leva gli operatori per auspicare una secondo parte dell'anno più positiva, secondo quanto viene espresso nei commenti alla cerimonia di apertura della 23esima edizione di Milano Unica, che si svolge a Fieramilano Rho dal 6 all'8 settembre.

Nel periodo gennaio-maggio 2016, il saldo commerciale positivo della tessitura italiana nel suo complesso sfiora gli 830 milioni di euro, in aumento, seppur di poco, rispetto al dato del corrispondente periodo del 2015. Il surplus della tessitura, giova sottolinearlo, proiettato su base annua, concorre per circa il 26% del saldo commerciale positivo della filiera Tessile-Moda italiana, pur pesando solo per il 15% sull'intero fatturato.

L'andamento dell'export della tessitura, tuttavia, cela performance molto differenti dei singoli comparti merceologici. Da un lato, infatti, il tessuto laniero segna un incremento delle esportazioni del +3,3% nel caso del pettinato e del +5,4% nel caso del cardato. Anche le vendite di tessuti in lino continuano nel loro trend positivo, con un'accelerazione che raggiunge il +20%.

L'export di tessuto in cotone, dopo le perdite non marginali accusate negli ultimi anni, frena, al -0,9%. Oltreconfine il tessuto a maglia palesa un calo del -3,2%, mentre i tessuti in pura seta cedono il -4,0% (al contrario del solo tessuto serico di fibre chimiche che vede un'evoluzione dell'export pari al +5,9%).

Se si osservano i primi dieci mercati di sbocco, alla flessione (-2,2%) della Germania, pur sempre primo mercato con un'incidenza del 10,3% sul totale, seguono dinamiche positive con riferimento a Romania (+7,1%), Francia (+1,1%) e Cina (+0,8%). Tunisia, Turchia e Portogallo si mostrano interessati da crescite, rispettivamente pari a +2,2%, +1,4% e +4,3%. Infine, gli USA, dopo la crescita particolarmente sostenuta sperimentata nel 2015, arretrano del -11,2%, mentre Hong Kong e la Spagna perdono terreno, a fronte di cali rispettivamente del -6,9% e del -3,6%.

Il dato medio della tessitura, tuttavia, cela performance molto differenti che hanno interessato le singole merceologie. Più in dettaglio, infatti, incrociando il dato per Paese con quello del comparto tessile, la flessione della Germania è da ricondurre al tessuto in lana e in seta, mentre l'export di tessuto di cotone verso il mercato tedesco risulta in sensibile aumento (+9,5%), similmente a quello di lino.

Verso la Romania crescono le vendite di tutte le tipologie di tessuto in esame, ad eccezione del cotone; la Francia presenta una crescita dell'export delle produzioni laniere cardate e liniere, oltre che una tenuta delle cotoniere, mentre le restanti sono interessate da cali ma di modesta entità. Passando alla Cina, si registra un sensibile calo nel caso del tessuto a maglia e del tessuto di cotone, mentre crescono le esportazioni di tessuti lanieri (+8,6%) e, pur su livelli contenuti, linieri (+23,9%).

Relativamente agli USA, che nei primi cinque mesi del 2015 erano cresciuti del +15,2%, si rileva un decremento generalizzato alle singole merceologie, con l'eccezione del tessuto a maglia e del tessuto in pura seta.

Fonte: APCOM