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15 nov 2016
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SMI risponde ai sindacati sul Contratto Nazionale del settore tessile-moda

Pubblicato il
15 nov 2016

SMI ha divulgato una nota ufficiale per rispondere alle dichiarazioni delle organizzazioni sindacali in merito alla trattativa sul rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro di settore.

SMI risponde ai sindacati


Nella nota, SMI precisa che i sindacati Femca-Cisl, Filctem-Cgil, Uiltec-Uil richiedono un aumento delle retribuzioni dei lavoratori del tessile-abbigliamento-moda nonostante la maggioranza delle imprese del settore siano oggi in situazioni di difficoltà a causa della forte concorrenza proveniente anche dai Paesi emergenti.

Alla luce di questo scenario, SMI ha proposto di legare l’andamento futuro delle retribuzioni all’inflazione, per tutelare al 100% il potere d’acquisto dei salari dei lavoratori, salvaguardando la competitività delle imprese. Inolte, SMI ha proposto alle organizzazioni sindacali un nuovo approccio retributivo, basato sul concetto di “total reward” che include, oltre agli incrementi retributivi proposti, anche l’implementazione di strumenti di welfare aziendale e di crescente protezione e assistenza sanitaria per i lavoratori.

“Questa posizione, che SMI ha sostenuto al tavolo delle trattative, è pienamente coerente con una decisa e concreta difesa della competitività delle produzioni italiane e, quindi, dei posti di lavoro in Italia”, si legge nella nota ufficiale, che prosegue: “i sindacati nazionali ritengono prioritario, anche in questo momento, incrementare le retribuzioni con aumenti distribuiti a pioggia, decisi a livello nazionale senza tener conto delle enormi differenze economiche e produttive in cui versano le diverse tipologie di impresa di cui il settore è composto”.

Dal punto di vista normativo, Smi sostiene che “corrisponde al falso quanto affermato dalle OO.SS. in vista dello sciopero previsto per il 18 e il 21 novembre riguardo a presunte trattative su modifiche normative. Il negoziato non ha mai affrontato il tema dei cambiamenti normativi, né tantomeno la riduzione di diritti acquisiti. Questi temi non sono ad oggi mai stati discussi tra le parti per una precisa ed esplicita scelta dei sindacati. Quindi, le divergenze tra SMI e i sindacati che hanno portato allo sciopero sono tutte e solo sulla parte economica. Sui temi normativi il confronto tra le parti deve ancora cominciare”

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