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Adnkronos
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7 mag 2017
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SMI, nel primo trimestre fatturato del tessile-moda a +1,8%

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Adnkronos
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7 mag 2017

Segnali positivi dal comparto tessile-moda nel primo trimestre del 2017: i ricavi (dati provvisori) mostrano una crescita dell'1,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre la stima sul resto dell'anno è quantomeno stabile, stando almeno al 63,5% del campione intervistato dal Centro Studi di Sistema Moda Italia per fare il punto sulla congiuntura del primo quarter dell'anno e dei mesi a seguire. In particolare, a livello di macro-comparto, il 'monte' della filiera mostra maggiore dinamismo, accelerando rispetto al 2016, e cresce del 3%, mentre il 'valle', guadagna un punto percentuale.


Il più dinamico, ancora una volta, si mostra il mercato estero, anche se lo scarto con la variazione del mercato nazionale è contenuto. Le vendite interne registrano un +1,6%, mentre quelle estere +2%. Timida crescita della forza lavoro (+0,4%), mentre la raccolta ordini nei primi tre mesi dell'anno segna +1,4%. Quella interna frena a +0,5%, mentre quella estera avanza dell'1,7%.

In generale si mostrano prudenti gli operatori del settore: il 63,5% propende per una stabilità delle condizioni del mercato; confida nel miglioramento il 20,8%, mentre il 15,6% prevede un peggioramento. Chiusura di 2016 positiva per il comparto che registra la crescita di un punto percentuale del giro d'affari attestandosi a 52,9 miliardi di euro. A spingere sulla crescita l'export, nonostante la volatilità dei mercati internazionali dovuta alle turbolenze politiche ed economiche.

"Il 2016 è stato un anno di crescita non entusiasmante - ha evidenziato Claudio Marenzi, presidente di Confindustria Moda e di Pitti Immagine in occasione della presentazione della prossima edizione della kermesse fiorentina - anche perché il 2015 aveva segnato risultati molto positivi". In generale l'export è cresciuto dell'1,7% superando i 29,5 miliardi di euro dello stesso anno (dinamica positiva sia per il monte e sia per il valle). Aumento dell'import dell'1,3%, in decelerazione rispetto a +5,4% del 2015. Il saldo commerciale sale a 8,9 miliardi di euro (+225 milioni).

In particolare, l'export diretto con i paesi europei cresce nella misura del 2,2%, mentre quello destinato ai paesi extra-Ue è dimezzato (+1,1%). Sul fronte import aumentano i flussi provenienti dall'area comunitaria, mentre cedono l'1,7% quelli extra UE, che comunque assicurano il 56.1% del totale. Rispetto alle vendite estere, Francia e Germania anche nel 2016 si confermano i primi due mercati di sbocco del tessile-moda e segnano +2,9% e +1,3%. La Spagna archivia un incremento del 5,6%, mentre prosegue il trend favorevole della Gran bretagna: "Gli effetti della Brexit - evidenzia Marenzi - ancora non li stiamo rilevando. Il mercato britannico va ancora molto bene, anzi con la sterlina in calo nella seconda parte dell'anno, è andata ancora meglio".

Rispetto ai mercati extra-UE, gli Stati Uniti segnano una caduta del 5,6% che va confrontata con il +17,3% del 2015. "Un rallentamento - tiene a precisare Marenzi - che è proprio 'figlio' del boom dell'anno precedente. A pesare sono i problemi con i department store, che rappresentano una grande parte del mercato americano e che sono in una fase di ristrutturazione". Cina e Hong Kong crescono rispettivamente del 3,1% e del 2,5%. Sommati raggiungono un valore del 2,638 miliardi di euro, più degli USA. Torna positivo il Giappone, mercato che vede crescere l'export del 6,9%. "Si sta però preparando un mood incredibile per olimpiadi 2020 - ricorda Marenzi - e Tokyo sta rifiorendo. Credo che darà una grande spinta nei prossimi anni".

Per quanto riguarda la Corea, "va molto bene, ma soffre il tema delle visite dei cinesi che sono molto diminuite per i noti problemi politici. Nei primi mesi del 2017 il duty free è estremamente diluito, mentre la cosmesi ha subito un crollo dell'85-90%, si è praticamente arrestata", ricorda il presidente di Pitti Immagine. In ripresa la Russia, che nel 2015 aveva registrato un calo del 30%. Nel 2016 inverte la tendenza e cresce del 7,3% (63,8 milioni di euro). "La ragione va vista anche nel fatto che i clienti cinesi, che prima andavano in Europa, ora si dirigono in Russia".

Mostra un segno ancora negativo l'Italia: "-5%, nonostante la situazione economica italiana non sia in peggioramento, ma probabilmente gioca un ruolo importante la sfiducia degli italiani nella politica che gioca allo sfascio. Il Paese - chiosa Marenzi - è piegato da negatività che ci pervadono da una ventina d'anni".

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