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Ansa
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Pubblicato il
3 lug 2012
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Rinasce la maison Schiaparelli e cerca stilista
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Ansa
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3 lug 2012
3 lug 2012
Per ora c'é la maison, proprio al 21 di Place Vendôme, dove era la sua sede storica: tre interi piani, con uffici, atelier e show room, appena rimessi a nuovo, con quel sapore decorativo e surrealista che piaceva a lei, a Elsa Schiaparelli, la stravagante sarta italiana amata in Francia e ormai celebrata ovunque.
Farifa Khelfa, nominata ambasciatrice di Schiaparelli (Foto Christophe Roué) |
Uno degli interni della maison Schiaparelli |
"Il nome - spiega la signora - dovrebbe essere annunciato all'inizio di ottobre e la prima collezione dovrebbe essere pronta per l'alta moda di gennaio". Il progetto infatti è ambizioso: "ricostruire una maison piccola e lussuosa, qualcosa che non esiste più, per fare un'alta moda collegata alla modernità e all'arte, fuori dagli schemi ormai standardizzati della couture e dei suoi ritmi".
Diego Della Valle spiega di aver voluto acquistare Roger Vivier prima e Schiaparelli poi, perché si tratta di "due griffe piene di cultura estetica, fondate da veri artisti che avevano come obiettivo il meglio fatto nel modo più sofisticato. Oggi, quando si parla di lusso, la prima cosa che contrasto è la dimensione, sono le centinaia di negozi. Il lusso è riservato, arriverà il momento in cui si distinguerà ciò che è lussuoso da ciò che è noto".
Uno degli interni della maison Schiaparelli |
Quanto al lancio di Schiaparelli, Della Valle ammette che è stato accelerato dalla grande mostra al Met di New York, del resto "un evento come quello non capita tutti i giorni". Dunque anche se lo stilista non c'é ancora (si fanno tanti nomi, pure quello di John Galliano), la maison è lanciata: non avrà negozi ma solo questa sede parigina dove chi vorrà la haute couture Schiaparelli dovrà venire.
Arredata con il contributo creativo di un gruppo di amici (dal designer Vincent Darré a Ines de la Fressange) la maison è piena di segnali: ci sono le colonne e i portacenere di Alberto Giacometti, che appartenevano all'atelier originale, c'é la sfinge di gesso che si trovava nella boutique Schiaparelli, ci sono gli arredi surrealisti zoomorfi realizzati sui disegni di Dalì, ma anche un grande arazzo di Calder e pezzi contemporanei che dimostrano una forte intenzione di rapportarsi all'arte.
In tutto questo, come si sente Farida? "la grande personalità di Schiaparelli non mi fa paura, e così la incredibile forza di una donna che seppe prendere in mano la sua vita. Come ho fatto io: quello che mi ha salvato sono state Parigi e la povertà che spinge ad arrangiarsi, a cercare, a trovare lo stile interessante".
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