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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
13 gen 2018
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Richemont: la crescita rallenta nel terzo trimestre

Di
AFP
Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
13 gen 2018

Richemont, il gruppo numero due mondiale del lusso, ha indicato giovedì di aver ottenuto un incremento delle vendite dell’1% negli ultimi tre mesi del 2017, rallentato da un calo in Europa e dal significativo impatto degli effetti valutari, nonostante una crescita in doppia cifra in Asia.

Pubblicità di uno dei marchi del gruppo Richemont - Lancel


Nel terzo trimestre dell’esercizio scalato 2017/18 (chiuso a fine dicembre), il suo fatturato ha raggiunto i 3,1 miliardi di euro, ha comunicato in una nota il gruppo con sede a Ginevra, precisando che la progressione delle sue vendite è stata del 7% escludendo gli effetti di cambio.
 
Le vendite in Europa sono calate dell’1% in valute locali, mentre la forza dell'euro ha pesato, ha spiegato il gruppo, le cui vendite in questa zona dipendono in parte dagli acquisti dei turisti. In più, la base comparativa nel Regno Unito (dove i turisti asiatici beneficiavano di cambi valutari vantaggiosi che avevano portato ad un notevole incremento degli acquisti), era alta, ha aggiunto la società.

La zona Asia-Pacifico ha invece registrato nuovamente una crescita a due cifre, benché con un ritmo meno marcato rispetto al primo semestre, ottenendo un +11% grazie soprattutto a Cina e Hong Kong, i due maggiori mercati della regione.
 
Nella zona Americhe, le vendite sono cresciute dell’8%, grazie all’impulso della gioielleria nel periodo che comprende le feste di fine anno.
 
Nei 9 mesi, il fatturato del gruppo proprietario in particolare della firma di gioielleria Cartier è aumentato del 10% a cambi costanti e del 7% una volta convertito il dato in euro.
 
Al 7%, la crescita organica di Richemont è “leggermente al di sopra delle attese”, ha sottolineato René Weber, analista di Vontobel, il quale, come molti specialisti dell’orologeria, si aspettava un rallentamento rispetto alla forte crescita mostrata nel primo semestre. Le previsioni erano piuttosto intorno al 6%, ha indicato.
 
Il calo delle vendite di orologi era previsto, ha ricordato Weber in un commento borsistico, sottolineando nel contempo la buona tenuta del business della gioielleria, e ricordando che si tratta non solamente del più importante in termini di peso sul fatturato, ma anche di quello che genera i margini migliori.
 
Nell'ultimo trimestre, le vendite della divisione gioielleria sono cresciute dell’11%, mentre la divisione orologeria, che comprende fra gli altri i marchi Piaget, IWC e Jaeger-LeCoultre, è cresciuta dell’1%. Le altre attività, che comprendono in particolare le borse di Lancel e la moda di Chloé, hanno invece ristagnato.
 
In novembre, il gruppo elvetico, che ha come principale rivale il francese LVMH, aveva riferito di risultati in forte aumento per il primo semestre, evidenziando una ripresa in Asia dopo due anni difficili per i produttori svizzeri di orologi.

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