7 ott 2015
Placemeter, un nuovo strumento per le strategie retail
7 ott 2015
Misurare il numero di persone che passano davanti alle vetrine di un negozio, determinare l'attrattività di una zona commerciale o di una vetrina attraverso l'analisi dei flussi video, e soprattutto la percentuale di conversione passanti/ingressi per comprendere la performance di un punto vendita, ecco l'idea di Placemeter, nuovo servizio dedicato alle strategie di sviluppo retail.
Nel settembre del 2014, la start-up, che ha sede a New York, è riuscita ad ottenere fondi per 6 milioni di dollari (NEA, New Enterprise Associates e Qualcomm Ventures ne sono tra i principali investitori) per implementare Placemeter.
Alla base del servizio ci sono due francesi. Il primo, Alexandre Winter, ingegnere di Telecom Paris, esperto in riconoscimento delle immagini, ex ricercatore dell’INRIA e primo a mettere a punto Placemeter alla fine del 2012. Il secondo è il suo socio Florent Peyre, che viene da studi in Scienze Politiche, collaboratore di Hachette-Philipachi a New York, dove si occupava dello sviluppo digitale del marchio su dispositivi mobili, prima di approdare in Guilt City, sito simile a Groupon, e in CasaHop, sito di scambi di case.
La loro idea: fornire ai negozi che hanno vetrine sulla strada, a centri commerciali, a gruppi immobiliari (e ai comuni), dati precisi sulla frequentazione e l'occupazione di luoghi in tempo reale attraverso l'analisi del passaggio dei clienti a un tale indirizzo, dei percorsi che compiono all'interno di un negozio o del tempo medio passato davanti a una determinata parte della vetrina… insomma, quante più informazioni possano essere in grado di ottimizzare le strategie commerciali e di sviluppo retail.
Concretamente, Placemeter propone di utilizzare i flussi di video in streaming già utilizzati (telecamere di sicurezza delle città, telecamere di misurazione del traffico...) i cui accessi sono oggi sempre più trasparenti e accessibili al grande pubblico, importandoli sulle piattaforme Placemeter, e aggiungere dei nuovi flussi di entrata/uscita tramite la posa di sensori applicati sulle vetrine dei negozi che richiedono il servizio, fornendo così ai propri clienti dei nuovi dati.
Parlando di libertà individuali, la società si difende, affermando di essere pienamente trasparente, di non utilizzare cioè alcun sistema di registrazione video né di riconoscimento del volto, e di essere capace, attraverso il suo sistema di sensori, di seguire e monitorare un consumatore in maniera anonima non solamente davanti alla vetrina, ma anche all'interno dello store, con i prossimi sviluppi che saranno basati sull'analisi precisa dei profili dei consumatori: differenziazioni bambino/adulto, clienti dotati di passeggino o no, e così via… Il sistema è anche molto adatto per comprendere in anticipo da parte del commerciante se conviene affittare delle vetrine in un certo punto della città ed è molto comodo soprattutto per localizzare correttamente dei pop-up store, visto che per definizione sono negozi temporanei, e quindi hanno meno tempo per avere successo.
Dopo una lunga fase di sviluppo tecnologico, l’offerta di Placemeter, commercializzata da febbraio, registra per il momento una cinquantina di clienti, localizzati principalmente negli Stati Uniti, tra i quali G-Star Raw e APC per la parte fashion, Starbucks, Dylan’s Candy Bar, la catena di dolciumi di Dylan Lauren (figlia di Ralph Lauren), Kusmi Tea, e anche alcuni gruppi e agenti immobiliari, i comuni di New York e Boston e associazioni di quartiere...
Sono proposte due formule, una a 99 dollari al mese (per un abbonamento di 12 mesi), l’altra a 149 dollari (senza abbonamento) per implementare un punto di misura, con oneri aggiuntivi che vengono aggiunti per implementare ogni nuovo punto di misura desiderato.
Alexis Chenu (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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