12 giu 2018
Pitti Uomo: formazione, sostenibilità, sinergia e cultura i temi centrali della cerimonia inaugurale
12 giu 2018
Organizzata come consuetudine nella splendida cornice del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, la conferenza inaugurale di Pitti Uomo, svoltasi il 12 giugno alle 10.30, ha visto alternarsi al tavolo dei relatori Dario Nardella, Sindaco di Firenze, Andrea Cavicchi, Presidente del Centro di Firenze per la Moda Italiana, Claudio Marenzi, Presidente di Pitti Immagine e di Confindustria Moda, Michele Scannavini, Presidente di ICE, Marino Vago, presidente di SMI, e Alberto Bonisoli, neo eletto Ministro dei Beni Culturali.
Nel suo intervento, Claudio Marenzi ha evidenziato i risultati registrati dal settore nel 2017, oltre ad augurarsi che il nuovo governo prosegua nel percorso di sostegno del comparto avviato negli scorsi anni. “Il settore moda è cresciuto del 3,2% nel 2017, superando i 94 miliardi di euro, con un export in crescita di oltre il 5%, attestatosi a circa 61 miliardi di euro. Il dato a mio avviso più positivo è che è cresciuta la bilancia commerciale e per la prima volta dopo tempo sono aumentati i posti di lavoro, segno che le fabbriche stanno riaprendo. In particolare nel comparto uomo, più legato a qualità, manifattura ed eccellenza che all’aspirazionalità della moda, e questo sta dando i suoi frutti”, ha dichiarato Marenzi. “Ciò che chiediamo al nuovo governo e al neo eletto Ministro della cultura Bonisoli è di continuare sul progetto del Made in Italy, che ha portato grandissimi risultati a tutte le fiere, oltre che alla nascita di Confindustria Moda. Un altro punto importante è quello della formazione: occorre rendere più facile per gli studenti stranieri ottenere i visti per poter studiare nel nostro Paese, in modo da incentivare la formazione in Italia e attrarre quelli che un domani saranno i protagonisti della moda, che probabilmente verranno a produrre nel nostro Paese”.
Sul tema della formazione si è espresso anche Marino Vago, che ha sottolineato: “La formazione dei ragazzi da impiegare nelle aziende è fondamentale, perché c’è stata un’evoluzione importante negli anni. Stiamo facendo un grande lavoro a livello nazionale con la nostra associazione”. Vago ha poi posto l’accento su un altro tema “caldo” nell’industria della moda, la sostenibilità: "Considerare la sostenibilità un fattore di marketing sarebbe un errore madornale, parte dai processi e dal rispetto delle regole che il mondo occidentale si sta dando. La sostenibilità deve essere condivisa: dobbiamo darci regole comuni in modo da poterla misurare. Ciò che è misurabile è un dato, è un fatto. Questo significa una cosa sola: la tracciabilità, un percorso che hanno fatto altri settori e un fattore vitale nella lotta alla contraffazione, che costa al nostro sistema quasi 10 miliardi di euro all'anno".
Michele Scannavini ha posto l’accento sulle iniziative portate avanti tra il 2015 e il 2017: “Nel triennio concluso lo scorso anno il Ministero dello sviluppo economico ha stanziato 30 milioni di euro all’anno sul programma di supporto al comparto fieristico della moda, coinvolgendo 50 eventi fieristici ogni anno. Attraverso questi stanziamenti 2015-2017 abbiamo portato circa 23.000 professionisti esteri in Italia e organizzato 120.000 incontri business tra buyer stranieri ed espositori italiani. Mi auguro che il programma possa continuare in futuro. Il ‘piano straordinario per il made in Italy’ non dovrebbe chiamarsi così: il supporto alle piccole e medie imprese per stimolare le esportazioni e renderle competitive a livello globale, infatti, non dovrebbe essere ‘straordinario’ ma strutturale e fare parte del sistema che aiuta le nostre imprese a crescere nel mondo. Le città e i singoli soggetti possono lavorare bene solo se coordinati, se lavorano a un progetto unico sostenuto dal governo e da ICE: deve essere sostenuta l'internazionalizzazione e bisogna lavorare in maniera sinergica insieme. È importante continuare un percorso che in questi anni ha dato risultati positivi”.
Alberto Bonisoli ha sottolineato lo stretto rapporto che esiste tra cultura e moda: “Vorrei testimoniare con la mia presenza una grande attenzione e gratitudine al Sistema della moda italiano, uno dei traini della nostra economia, che produce ricchezza e occupazione. Un mondo che negli ultimi anni ha dimostrato di essere in grado di fare sistema. Chi fa moda produce cultura, forgia dei valori che passeranno da una generazione all’altra. Viene prodotto un bene culturale: basti pensare ai tesori che ci sono negli archivi delle aziende di moda (campioni, disegni, tessuti…). Uno dei punti fondamentali su cui bisogna lavorare è la tutela di questo patrimonio e cosa fare per dargli la giusta visibilità. Ci sono stati anni in cui la moda e le sue esigenze non erano al vertice delle priorità politiche e questo è un peccato, sicuramente abbiamo del terreno da recuperare e il mio impegno è partecipare con i miei colleghi per recuperare questo terreno. Voglio che il mio operato abbracci il mondo della moda dal punto di vista culturale e lo metta al centro”.
Infine, il Sindaco di Firenze Dario Nardella ha evidenziato il contributo delle imprese fiorentine al settore moda: “Firenze vanta un 45% in più nella sua bilancia commerciale dall'inizio della crisi a oggi: nel 2008 il distretto della pelletteria e calzature di Firenze esportava 1,8 miliardi di euro; nel 2017, dopo la crisi economica, ha esportato 3,776 miliardi, grazie a un tessuto straordinario di Pmi, a un ecosistema della moda unico al mondo, che riesce non solo a sopravvivere, ma a crescere nelle difficoltà perché sa coniugare qualità, innovazione e pluralità di tipologie di aziende".
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