Pitti Uomo 92: Tommy Hilfiger svela i suoi piani ad alta tecnologia per il wholesale
Lo stand di Hilfiger a Firenze in questa 92esima edizione si trova molto all’interno delle mura della cinquecentesca Fortezza da Basso; ma è ricco di magie tecnologiche e di una personalizzazione d’avanguardia.
Sui muri si trovano giganteschi touch screen con la scritta 'Shop the Look', con pubblicità e outfit maschili e femminili, sui quali i dettaglianti potevano piazzare ordini direttamente e per capi di diverse forme e colori.
“Il grande messaggio è la tecnologia. E come fare del B-to-B in maniera molto sofisticata. Così abbiamo creato lo showroom del futuro. Ora qualunque buyer può entrare e mettere insieme tutta la collezione; fare le scelte di taglia e sostanzialmente autoinviarsi tutto per e-mail. E i compratori non si dovranno sedere in uno showroom con qualcuno che mostra loro un vestito alla volta”, sorride Hilfiger.
Lo stilista prevede che molti rivenditori rimaranno nella propria città ed effettueranno ordini all’ingrosso direttamente dal loro ufficio. Tuttavia, avverte: “L’esperienza di andare in showroom è molto emozionante, visto che si possono vedere e toccare con mano gli abiti reali”.
“Volevamo che lo spazio fosse pulito e moderno e consentisse di focalizzarsi sugli outfit”, ha detto Hilfiger riguardo alla collezione attuale, che include giubbotti imbottiti a righe; giacche da baseball di raso rosso da dandy e leggeri vestiti maschili di cotone seersucker, quest’ultimo uno dei trend principali al Pitti.
La sua azienda aprirà 16 showroom internazionali che presenteranno tutte le collezioni e gli ampi schermi ‘Shop the Look’, in città come Londra, Amsterdam, Shanghai e New York.
“Pitti rimane vitale per il nostro business in Europa. Tutti i buyer vengono al Pitti”, dice Tommy, visibilmente orgoglioso di collaborare con il duo di musicisti e produttori Chainsmokers, assunti come nuovi brand ambassador mondiali.
“Ci piace essere connessi con il mondo della musica. Loro sono uno dei gruppi numero uno al mondo e sono davvero cool. Con loro abbiamo fatto centro, perché sono azzeccatissimi per interessare al pubblico giovane”, ha spiegato.
Accanto alla collaborazione di Hilfiger con Gigi Hadid, l’ultimo esempio in ordine di tempo di che cosa sarà presentato a Londra durante la stagione delle sfilate britanniche di settembre, lo stilista americano ha chiaramente lavorato sodo per mantenere giovane il proprio pubblico di clienti.
“Altri marchi importanti non si sono evoluti e sono rimasti intrappolati. A quel punto, riuscire poi a tornare sui propri passi per tentare di reimpostare il marchio diventa un'impresa. Così sono stato proattivo invece che reattivo”, sorride, troppo gentile per esternare apertamente l’ovvio riferimento a Ralph Lauren, che è in difficoltà proprio perché sembra aver perso appeal presso la generazione dei Millennials.
Il CEO di Hilfiger, Daniel Grieder, spiegava che la griffe ha appena cominciato a produrre le collezioni che Tommy mostrerà nell’iconica Roundhouse di Londra.
“Si tratta di un enorme problema logistico, ma facendo lavorare insieme tutti i nostri reparti - design, produzione, comunicazione e logistica – possiamo farcela”, ha precisato.
Grieder ha aggiunto che creeranno ovunque da 300 a 1.500 esemplari di ogni capo, persino prima che qualsiasi ordine sia effettuato nel corso della sfilata. Un impegno davvero notevole.
“Attualmente nessuno può battere Zara in termini di velocità. Loro vedono qualcosa che gli piace nella sfilata di uno stilista e possono proporlo sul mercato in sei settimane. Ma non appena avremo la nostra collezione pronta per il giorno dello show vero e proprio, saremo in anticipo su di loro di sei settimane. Il che è eccezionale, mi creda”, conclude Grieder.
Versione italiana di Gianluca Bolelli
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