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9 gen 2017
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Pitti Uomo 91: dati SMI, moda uomo a +0,9% nel 2016

Pubblicato il
9 gen 2017

Secondo le stime elaborate da SMI (Sistema Moda Italia) e presentate in occasione di Pitti Uomo 91, la moda maschile italiana dovrebbe archiviare il 2016 in moderata crescita (+0,9), sfiorando i 9 miliardi di euro di fatturato, rispetto al +1,4% registrato nel 2015. Su tale risultato incide soprattutto il rallentamento che ha interessato le vendite oltreconfine, mentre la decelerazione del ritmo di caduta della domanda interna sembra aver favorito in prima istanza operatori non strettamente industriali.

Il menswear italiano chiude il 2016 in leggera crescita - pittimmagine.com

    
Nel corso del 2016, però, il valore dell’attività produttiva svolta in Italia, al netto della commercializzazione di prodotti importati, assisterebbe a un deciso recupero rispetto al 2015 (che aveva segnato un -3,5%), arrivando a crescere del +1,2%.

Con riferimento al mercato estero, per i dodici mesi si stima una crescita delle vendite oltreconfine pari al +1,9%, corrispondente a quasi di 5,8 miliardi di euro, in diminuzione rispetto al +2,3% del 2015, soprattutto a causa dell’andamento dei Paesi emergenti ma anche delle performance meno positive del previsto della domanda USA.

Nel caso dell’import si prospetta, invece, un’inversione di trend, che porta a prevedere una frenata, stimata al -0,5%; l’ammontare totale scenderebbe così lievemente sotto quota 4 miliardi.

Sotto il profilo geografico, la UE risulta interessata da dinamiche positive sia lato export sia lato import (+3,9%), mentre le piazze extra-UE presentano una variazione negativa in entrambi i casi (-0,9%).

Alla performance del Vecchio Continente concorrono positivamente Paesi quali la Germania, che cresce del +7,1%, il Regno Unito, in aumento del +7,7%, la Spagna, interessata da una variazione positiva double-digit (+13,5%) oltre che l’Austria (+5,5%). Viceversa, la Francia, pur tornata primo sbocco del menswear italiano con un’incidenza del 9,9% sul totale mondo, arretra del -2%.

In ambito extra-comunitario, invece, influiscono sul risultato sfavorevole soprattutto gli Stati Uniti: cresciuti del +16,2% nel corso dei primi nove mesi del 2015, quest’anno presentano un calo del -10% e scivolano così nuovamente in terza posizione. Di contro, tutto il Far East presenta un buon dinamismo: Hong Kong e Giappone crescono rispettivamente del +14,6% e del +11,3%, la Cina mostra un aumento del +5,6%, mentre la Corea del Sud del +1,8%. L’export di moda uomo verso la Russia decelera del -0,8%.  
  
Sulla base delle rilevazioni campionarie condotte da SMI, il 2017 sembra aprirsi in salita per la moda uomo: gli ordini parziali per la primavera/estate 2017 sono i diminuzione sia sul fronte nazionale (-4,3%), che internazionale (-3,4%). Nonostante ciò, le aziende del panel SMI mostrano un cauto ottimismo per il nuovo anno: l’86% propende per una “stabilità” delle condizioni congiunturali sperimentate nel corso del 2016, mentre il restante 14% confida in un miglioramento del mercato.

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