Paris Fashion Week: Valentino, o una visione vittoriana di Memphis
Pier Paolo Piccioli ama avere molteplici ispirazioni. La sua scheda-tendenze, davanti alla quale riceve le congratulazioni nel dopo-sfilata, traduce questa mentalità. La scheda raccoglie immagini d’arte rinascimentale, di dame dell’epoca vittoriana e foto multicolori di mobili Memphis, il movimento italiano che ha rivoluzionato il design moderno negli anni ’80 del Novecento.
La casa di moda ha persino costruito una veranda speciale per accogliere i suoi fan più famosi, come Kristin Scott Thomas, Clotilde Courau, Olivia Palermo o Sveva Alviti. Quest'ultima, che è in particolare la protagonista del biopic su Dalida, indossava un abito di Valentino rosa e bianco sporco, per la grande soddisfazione dei paparazzi.
Eppure, le cose più importanti stavano accadendo sulla passerella. Lo stilista ha offerto al pubblico dei superbi caftani lunghi, degli abiti e dei cappotti nei colori confetto-acidi privilegiati da Memphis.
Quasi alla maniera di geroglifici moderni, c'erano delle mani, delle braccia, dei vasi di fiori, delle cifre, dei sogni futuristi italiani e degli edifici vuoti alla De Chirico.
Il suo umore variava gradualmente mano a mano che procedeva la sfilata, alternando abiti di mussola a quadri e motivi floreali ad abbaglianti abiti romantici plissettati con un contrasto di pizzi e merletti. Il tutto indossato con degli stivali da rock punk decorati con i tipici chiodi della maison che aggiungevano la giusta quantità di energia.
Si tratta dunque di uno stilista che dirige il suo atelier pur rimanendo sincronizzato con esso. Come provano soprattutto un giubbotto da motociclista completamente bianco e una notevole gonna bianca a pieghe in pelle di pecora.
Il fatto più sorprendente è che Pier Paolo Piccioli, stilista eterosessuale, padre di famiglia che abita a Roma, evita completamente la feticizzazione delle donne e riesce a renderle contemporanee.
Si tratta di capi dal prezzo elevato, e tuttavia Piccioli riesce a fare in modo che essi possano scendere dalla passerella direttamente fino in strada. Un exploit di cui solo i migliori stilisti sono capaci.
(Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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