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Ansa
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Pubblicato il
6 mar 2009
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Parigi, rilancio di Rochas
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Ansa
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6 mar 2009
6 mar 2009
Parigi 5 marzo - Gran ritorno di Rochas sulla scena della moda, oggi a Parigi. Ed è per giunta un ritorno molto italiano. E' infatti il trentottenne Marco Zanini, di padre svedese e madre milanese, il designer della griffe che oggi ha entusiasmato la stampa internazionale. La maison, fondata nel 1925 e sempre rimasta famosa per i suoi profumi, era stata riproposta nell'empireo moderno del fashion system dallo stilista Olivier Theyskens (oggi direttore creativo di Nina Ricci).
Poi la Procter & Gamble, che si era ritrovata proprietaria del marchio Rochas acquisendo il gruppo Wella nel 2003, aveva deciso, nel 2006, di interrompere l'attività legata alla moda e all'abbigliamento. Lo scorso settembre, infine, l'annuncio che il gruppo fiorentino Gibò, guidato da Franco Pené, aveva acquisito dal colosso americano la licenza per produrre la moda di Rochas. Tecnicamente si tratta infatti di una licenza, anche se in questo caso la delega da parte della proprietà è completa e l'azienda licenziataria, la Gibò, si occupa di tutto, dalla scelta dello stilista, alla produzione e alla distribuzione delle collezioni di abbigliamento e accessori.
Si può quindi ben dire che è tutto made in Italy il rilancio della maison, iniziato oggi con una presentazione, proprio per consentire una accurata e ravvicinata visione dei capi. "Questo - ha spiegato Pené - è un chiaro esempio di come reagisce un'azienda italiana alla crisi: impegnandosi allo spasimo per un prodotto di qualità (e non di lusso, che spesso di lussuoso ha solo il prezzo), un prodotto che non si può fare in Cina perché ha bisogno di una certa cultura produttiva".
Rochas dunque di francese ha solo il marchio, ma Zanini (lunghe esperienze da Lawrence Steele, Dolce&Gabbana, Versace e poi direttore creativo di Halston) pensa comunque a un'eleganza un po' Nouvelle Vague di fine Anni 50. "Vorrei che Rochas tornasse in auge come casa tradizionale, che propone oggetti di valore, ben fatti, che durano al di là delle mode.
Niente di vistoso!" spiega lo stilista, mostrando abiti in tulle così sottili che sembrano passati ai raggi X, sottovesti di raso con piccoli dettagli pieghettati, avvolgenti paltò in cachemire e angora, tailleur di preziosa accuratezza, completi in tricot trattenuto e modellato dalla fodera di seta, decolleté e borse in coccodrillo senza-tempo ("basta cone le borse gadget").
Dappertutto dettagli segreti, noti solo a chi li indossa: la fettuccia di seta su tutte le cuciture interne, l'orlo a-jour delle fodere "perché sono così brutte quelle che spuntano dalle gonne delle signore quando si siedono" e, in tutti i capi di maglieria, il nome della maison ricamato a mano in un punto da scoprire.
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