Pandora: calano gli utili nel quarto trimestre, ma il 2017 si chiude in positivo
Il gioielliere danese Pandora ha registrato una crescita del fatturato del 15% nel 2017, uscendo quasi illeso da un "anno impegnativo e ricco di eventi". I profitti sono stati più alti per l'anno, ma inferiori per l'ultimo trimestre. E prevede una crescita nel prossimo esercizio, soprattutto per l’apertura di nuovi negozi, anche se le vendite del primo trimestre saranno inferiori alla cifra stimata.
L’incremento delle vendite del 15% è stato registrato in valute locali; i ricavi sono aumentati in misura leggermente minore del 13% a 22,781 miliardi di corone danesi. Tuttavia, le vendite degli store a gestione diretta sono cresciuti del 42% (o 46% in valute locali) con vendite a parità di perimetro salite dell’11%. Questo è un dato significativo, dal momento che Pandora si sta sempre più focalizzando sugli store di proprietà piuttosto che su quelli in franchising, prospettando così un grosso potenziale di crescita.
FASCINO E POPOLARITÀ GLOBALI
I prodotti della società sembrano avere successo in tutto il mondo, con le vendite nell’area EMEA aumentate del 13%, in America del 4% (sebbene quelle a parità di perimetro del 15%) ed in Asia-Pacifico del 25%.
L’azienda ha dichiarato che i ricavi derivanti dalla sua principale categoria di prodotti “Charms” sono cresciuti dell’8%; lo stesso risultato è stato conseguito anche dalla categoria “Braccialetti”. Ed ha aggiunto che lo sviluppo del marchio di gioielli è rimasto in linea con le vendite derivanti da “Anelli, Orecchini, and Collane e Pendenti”, in aumento del 28%. I prodotti di punta hanno inciso sul 26% dei ricavi del gruppo, rispetto al 23% del 2016.
Ma non è tutto oro quel che luccica, poiché il margine lordo è sceso al 74,5% nel 2017 dal 75,1% dell'anno precedente. L'utile su base EBITDA pari a 8,505 miliardi di corone danesi si è tradotto in un margine EBITDA del 37,3%. In calo rispetto al margine del 39,1% del 2016, anche se l'utile precedente era inferiore, a quota 7,922 miliardi di corone danesi.
L'aliquota fiscale effettiva dell'impresa è stata del 24,8% nel 2017 rispetto al 21,2% del 2016 a causa della nuova riforma fiscale statunitense e del rimpatrio dei dividendi relativi alla Pandora Production Co. Ltd. in Tailandia.
Tali emissioni sembrano aver inciso anche sul profitto del quarto trimestre, in calo del 7% ad 1,9 miliardi di corone danesi da 2,09 miliardi. Il margine EBITDA è sceso al 40,1% dal 41,1% nel trimestre, ma le entrate nel periodo sono salite a 7,6 miliardi di corone danesi da 6,6 miliardi.
Allora, cosa aspettarsi per il futuro? La società prevede di aumentare i ricavi del 7%-10% in valute locali per l'anno a venire e stima un margine EBITDA del 35% circa, che rimane tuttavia inferiore rispetto all'anno precedente.
Il CEO Anders Colding Friis ha dichiarato che "il 2017 è stato un anno impegnativo e ricco di eventi", ma ha aggiunto che è fiducioso che la strategia dell'azienda "garantirà una crescita costante e una forte redditività nel 2018 e negli anni a venire".
Per aumentare i ricavi nel 2018, l'azienda continuerà ad aumentare la rete di negozi di proprietà, nonché a "sviluppare e lanciare nuovi e più innovativi prodotti". Ed è proprio quell'attività, che richiede ingenti spese, che sta andando a intaccare il margine EBITDA.
L'azienda prevede di aggiungere circa 200 store nel corso dell'anno, di cui circa il 50% verrà aperto nella regione EMEA, il 25% nelle Americhe e il 25% in Asia Pacifico. Due-terzi di questi dovrebbero essere negozi di proprietà.
Questo processo vedrà anche nuove acquisizioni di negozi in franchising nel 2018 e un effetto di questo dovrebbe portare "ad un anno favorevole in termini di entrate di circa 1 miliardo di corone danesi per l’effetto delle acquisizioni fatte [nel] 2017 [e] 2018."
E sulle previsioni di vendita per il primo trimestre? L’azienda ha detto che le vendite dovrebbero calare meno dell’intervallo previsto del 7%-10%, a causa della “novità nell'assortimento di prodotti, che dovrebbe migliorare gradualmente la performance nel corso dell'anno". Anche le oscillazioni valutarie potrebbero costituire un problema nel primo trimestre.
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