9 feb 2014
Pal Zileri comprato dai reali del Qatar
9 feb 2014
Continua lo stillicidio di imprese italiane di qualità che vengono acquistate da capitali esteri. Tocca questa volta ai qatarioti di Mayhoola Investments, che (come preannunciato a novembre da FashionMag.com) si sono assicurati il controllo del brand Pal Zileri attraverso l'acquisto di una quota di maggioranza del capitale della sua casa madre vicentina Forall.
Il fatto è ancora più paradossale se si considera che, in sostanziale contemporanea, il nostro presidente del consiglio Enrico Letta in questi giorni si trovava proprio in Qatar alla ricerca di nuovi investimenti per l'economia italiana.
Sono stati i quotidiani “Il Sole 24 Ore” e “Milano Finanza” a diffondere per primi questa notizia, che ha fatto sensazione nel panorama finanziario e industriale vicentino. La maggioranza del gruppo Forall Confezioni S.p.A. è stata infatti acquisita da Mayhoola, la compagnia di investimenti riconducibile ai reali del Qatar che è già molto nota per aver acquisito di recente anche la maison Valentino dal fondo Permira (che la possedeva assieme alla famiglia Marzotto) per una cifra di oltre 700 milioni di euro.
La cifra sulla base della quale è stato perfezionato l'accordo per il controllo del 65% di Forall non è stata resa nota. La Mayhoola for Investments era assistita dagli advisor Perella e Chiomenti.
La Forall, che fattura 150 milioni di euro, distribuisce i suoi prodotti con i marchi Pal Zileri (nato negli anni '80) e Pal Zileri Lab (nato nel 2005 - ma anche con le linee sartoriale, concept e su misura), diffusi in oltre 70 nazioni nel mondo. L'Europa rappresenta il suo primo mercato di riferimento con il 74% del fatturato totale, di cui il 30% realizzato in Italia.
Forall è stata fondata nel 1970 a Quinto Vicentino, vicino a Vicenza, da Aronne Miola e Gianfranco Barizza insieme ad altri soci. La quota del 65% del capitale sociale era nelle mani delle quattro famiglie fondatrici e per il restante 35% è detenuta dall’egiziana Arafa Holding, che opera nel settore tessile e nella distribuzione, la quale subentrò nel gruppo nel 2008 in seguito ad un aumento di capitale di 24 milioni di euro.
L’accordo prevedeva un’opzione che permetteva ad Arafa Holding di salire fino al 100% nel capitale della società entro 5 anni, ma l'opzione non è mai stata esercitata e il gruppo venne messo in vendita, secondo quanto scrisse “Il Sole 24 Ore” nello scorso mese di novembre, quando il quotidiano economico nazionale paventava l’acquisizione da parte dei qatarioti della sola quota di minoranza detenuta dall’egiziana Arafa Holding. Invece, è accaduto il contrario.
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