Moda: l’integrazione passa anche dagli abiti da sposa

Anche un abito da sposa può portare il simbolo dell'integrazione. A dirlo è Luigi Grimaldi, direttore di produzione di Radiosa Atelier, azienda specializzata in abiti da sposa. "I matrimoni cosiddetti misti celebrati fra un coniuge italiano e uno straniero costituiscono un elemento di vivacità sociale, un fattore d’integrazione vitale per il nostro Paese a bassa natalità", fa notare.

"Sono, infatti, in continua crescita: molti nostri clienti stranieri di una volta, provenienti prevalentemente dall’Europa dell’Est o dal Nord Africa, ora sono divenuti cittadini italiani. È questa la nuova inversione di tendenza del terzo millennio. E da sempre esportiamo i nostri abiti all’estero, in Giappone, Medio Oriente, Penisola Iberica, Nord Europa, solo per citare alcuni esempi”, spiega.

In quest’atmosfera d’internazionalizzazione legata al giorno più importante della nostra vita, si è tenuta sabato 2 agosto ad Anzio la grande sfilata-spettacolo “Moda sotto le stelle” con le collezioni primavera-estate 2015. Per l’occasione, Radiosa Atelier ha donato 1.500 euro a favore di un’associazione del terzo settore.

Alla manifestazione hanno partecipato anche importanti brand giapponesi come La Feria, marchio presente nelle migliori boutique nipponiche, che per l’occasione ha esibito esclusivi abiti da sposa; e inoltre Kazen e Sarti Japan, specializzati in abbigliamento maschile.

Una suggestiva coreografia ispirata al Giappone ha aperto la sfilata con una rassegna di costumi tradizionali nipponici. È stata poi la volta degli abiti di Radiosa Atelier, con le collezioni sposa e sposo, e Pierre Cardin cerimonia donna, collezione nata dal sodalizio ormai ventennale con la Maison del maestro italo-francese. Coreografia e regia erano firmate da Regina Scerrato.