Milano Fashion Week: la stupida follia di Ferragamo
Ci sono brutte giornate in cui, in quanto critici di moda, ci si vede costretti a far notare tutti gli errori di una collezione e di una sfilata. Il che è assolutamente quanto avvenuto per l’ultimo défilé di Ferragamo. Anche se ci si può chiedere se si fosse davvero trattato di uno show di abiti su una passerella, come indicato sull’invito, o piuttosto del lancio di un profumo.
Presentata sotto la tettoia gigante e trasparente che ricopre Piazza della Borsa, la sfilata della firma fiorentina ha attirato tutti i redattori di moda presenti a Milano, così come quegli italiani conservatori che apprezzano le tranquille certezze che offre la moda versione Ferragamo. La collezione, però, ha rappresentato un esempio sconcertante di tutto ciò che può andare storto quando si investono cifre astronomiche in questo genere di evento.
Utilizzando tutti i tipi di materiali costosi (dalla pelle di serpente in tinture artificiali surreali, fino a grandi paillette), il défilé avrebbe dovuto essere la rappresentazione di un esotismo nobile. Invece è stato un miscuglio di stili e idee che non hanno mai legato fra loro. Nel finale ci sono stati alcuni tubini molto belli, in velluto moiré, ma per i quali è stato impossibile salvare lo show. Tutti noi ce ne siamo andati chiedendoci se c'è qualcuno nella famiglia Ferragamo che effettivamente segue almeno un poco ciò che attualmente producono le altre griffe italiane e francesi del lusso…
Subito dopo la fine della sfilata, un’enorme proiezione di giganteschi fiori fluttuanti ha illuminato la facciata della Borsa di Milano, terminando con il nome di quella che dovrebbe essere la prossima fragranza Ferragamo prodotta, “Amo Ferragamo”. Intanto, all’interno, si percepiva ancora la sensazione di un’occasione mancata. E poi come fa un marchio di lusso di questo spessore a decidere di dar da mangiare ai suoi ospiti benestanti e ricchi con un rinfresco in stile caffetteria dell'esercito con cibo letteralmente gettato sui piatti? Troppo difficile da comprendere.
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