Max Mara: creazioni punk-chic e sguardo rivolto a Dubai
L'ultima utilissima lezione su come organizzare una sfilata di classe e saper gestire il proprio brand è arrivata da Max Mara, che ha creato una collezione Posh Punk ironicamente basata sul vestire la nuova ragazza in carriera contemporanea.
Extension degne di Siouxsie and the Banshees spuntavano fuori dalle teste della maggioranza delle modelle di questo show, programmato un giovedì mattina presto in una Milano umida e piovosa, anche se creato con un'atmosfera da night club e un set oscurato all'interno del grande cortile di Palazzo Serbelloni.
La collezione era molto mirata alle donne lavoratrici: meravigliosi cappotti vorticosi in cachemire cremoso e splendide giacche da uomo doppiopetto a quadri adatte ad un consiglio d’amministrazione.
Realizzati in una tavolozza di colori pied-de-poule antracite scelta con intelligenza, gessati a righine fini su tessuti ombreggiati e Principe di Galles color caramello scuro, i cappotti (consueto marchio di fabbrica di Max Mara) sono stati tagliati con immensa autorevolezza. Aggiungendosi all’attuale vena creativa legata alle controculture, molti di essi presentavano frange sulle maniche e le spalle.
Max Mara è anche un’etichetta che non lesina mai sui costi. Fatto apparso chiaro già vedendo il casting di modelle per il défilé, con Gigi Hadid, Doutzen Kroes e Lara Stone che hanno aperto le danze in una serie di fantastici top, cappotti e pantaloni con stampe leopardate e ghepardate. Le ragazze avevano gli occhi cerchiati di nero per aumentare l’atmosfera di seduzione, accentuata anche dalle cinture punk vagamente sadomaso che completavano gli abiti avvolgenti e le gonne a matita.
Per sottolineare ulteriormente il mood giovane della sfilata è apparsa una bella serie di magliette ispirate ai disegni dell’artista François Berthoud, meravigliosi schizzi di volti ottimisti.
Max Mara è anche un marchio che pensa fuori dagli schemi, come nella sua mostra su 60 anni di moda italiana “Coats!”, che ha presentato lo scorso anno in Corea, abbinandola a una sfilata all'interno del Dongdaemun Design Plaza, disegnato da Zaha Hadid.
Prossima tappa? La casa di moda reggiana ha puntato lo sguardo su Dubai per la fine del 2018.
“Il nostro obiettivo è di comunicare con arte, creatività e cultura. Non solo con i vestiti. Questo è il modo in cui ora concepiamo Max Mara. Ed è per questo che andremo a Dubai”, ha detto a FashionNetwork.com il CEO Luigi Maramotti, mentre il pubblico pettinato alla perfezione usciva in strada sotto la tipica, costante pioggerellina lombarda che non ti dà tregua.
Il massimo dirigente di Max Mara ha anche rivelato che l’azienda emiliana svilupperà una serie di capi meno appariscenti destinata al mercato mediorientale, compresi alcuni hijab. Cashmere dotato di classe e cultura.
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