5 lug 2018
Massimo Crivelli prosegue il riavvicinamento al prêt-à-porter e crea la linea Studio
5 lug 2018
Lo stilista e designer varesino Massimo Crivelli proviene da una famiglia di antiche origini milanesi che per generazioni ha prodotto e lavorato i tessuti. Dopo aver operato a lungo nella moda, in particolare per etichette inglesi, nella primavera del 2007 ha lanciato il suo marchio eponimo di prêt-à-porter e Haute Couture femminile.
L'ultima collezione di prêt-à-porter di Crivelli si chiama "Fusion", si compone di 120 capi e viene messa in vendita sia nel wholesale che nel retail. Un riavvicinamento cominciato l’anno scorso, dopo che il couturier si era maggiormente dedicato all’Alta Moda. “Ho ripreso il wholesale dalla collezione autunno-inverno precedente proponendo collezioni dalla maggiore vestibilità, e in un anno le vendite sono cresciute in doppia cifra”.
Massimo Crivelli concentra la propria distribuzione non solo in Europa, ma soprattutto in Estremo Oriente (Giappone in particolare) e negli USA, primi mercati per il suo brand, “con i Paesi arabi che stanno crescendo molto, perché cominciano a comprendere maggiormente il mio stile”, ricorda Crivelli.
La novità principale è che dalla prossima stagione Massimo Crivelli fonderà uno studio stilistico che avrà una propria collezione autonoma, chiamata proprio Massimo Crivelli Studio. Si partirà dalla prossima Primavera-Estate.
Un progetto che punta a “mettere possibilmente ancora più arte nelle collezioni, perché io mi diverto a fare questo. Sarà composta da begli oggetti di abbigliamento con una caratura stilistica bella tosta e coordinata con un look più ampio, non solo costituito da vestito o capospalla, e con sullo sfondo una immagine artistica e d’alta moda che non avrà nulla a che fare con l’abbigliamento”. L’obiettivo dichiarato da Crivelli è di distribuirsi inizialmente in poche decine di negozi all’ingrosso molto selezionati.
Nell’ultima collezione Massimo Crivelli rivisita un mondo animale un po’ fantastico. “Non è il solito animalier”, tiene a precisare lo stilista, “ma si tratta dell’amore per le forme dell’immaginario animale e i loro grafismi visti attraverso la lente di un oriente mitologico tra Kunioshi ed Ertè. Un percorso stilistico lungo, che sfiora quindi la storia degli stili e del design di un secolo, dagli anni ‘30 ai ‘60 agli ‘80. Poi ci sono le mie geometrie, c’è semplicità di volumi, ma volumi estremamente complessi da ottenere; da me non manca mai il British, anche se costantemente rivisitato, e l’utilizzo di materiali particolari, come nella piuma stampata, spalmata, dipinta, ottenuta con molteplici passaggi e inserita su uno scuba, da cui tiro fuori giubbotto, bomber, ma anche l’abito da sera”, conclude Crivelli.
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