30 ott 2015
Massimo Carraro (AD Gruppo Morellato): "La nostra vocazione non è di essere i secondi"
30 ott 2015
Qualche giorno fa, all'interno del Motor Village di Parigi, veniva presentato in anteprima il segnatempo “Epoca Squelette” firmato Maserati, una delle licenze del gruppo italiano Morellato. L’occasione per FashionMag Premium per incontrare Massimo Carraro, AD del Gruppo Morellato, che conta nel proprio portafoglio le licenze di Just Cavalli, Maserati, John Galliano e Pepe Jeans London, alle quali si aggiungono i marchi di proprietà Morellato, Sector No Limits, Philip Watch, Chronostar e l'insegna Bluespirit.
FashionMag: Giusto un anno fa, sulle nostre colonne, parlò delle difficoltà con le quali il mercato dell'orologeria doveva fare i conti in Cina, sottolineando soprattutto il mutamento in atto nel mercato cinese. Che ne è oggi?
Massimo Carraro: Ho sempre preferito cominciare con le notizie buone. E la cosa più positiva dell'ultimo anno è il ritorno dell’Europa, della Francia, dell'Italia e della Spagna. Siamo molto soddisfatti anche dei nostri risultati in Medio Oriente, e pure di quelli ottenuti in Asia, perché l’Asia non è solamente la Cina. Per esempio, sul mercato indiano, gli orologi Maserati stanno andando molto bene.
FM: E sul mercato cinese?
MC: Il nostro fatturato non è calato quest'anno in Cina, perché la diminuzione riguarda soprattutto i prodotti di lusso tradizionali. In Cina, per un lungo periodo i brand erano focalizzati solamente sul lusso, ma oggi il mercato si sta segmentando attorno naturalmente al lusso, ma anche al premium e ai marchi accessibili. Allora, invece di parlare di crisi del mercato cinese, bisogna piuttosto parlare di maturità. E se la Cina sta avendo una calo delle importazioni, i consumi interni rimangono stabili. Dunque si tratta prima di tutto di un problema di marchi e non di mercato.
FM: Anche il mercato degli orologi sta mutando, con l'arrivo degli orologi connessi. Pensa che in questo momento arrivare a tale evoluzione di prodotto sia un processo obbligatorio nella vita di un marchio di segnatempo?
MC: Col brand Morellato abbiamo creato un gioiello connesso, un “gioiello intelligente”, lanciato a luglio in Italia e in Francia. Dunque, abbiamo la tecnologia, ma abbiamo scelto di proporla sui gioielli. Penso che la storia di Maserati, per esempio, sia prima di ogni cosa legata al design e alla meccanica; è una storia diversa dall'innovazione tecnologica. Non dico che non sia un mondo interessante, ma oggi un marchio monopolizza già il mercato e la nostra vocazione non è quella di essere i secondi.
FM: Quali sono i progetti del gruppo Morellato? Sono previste delle acquisizioni?
MC: Siamo molto focalizzati sui nostri marchi Morellato e Sector No Limits. E abbiamo delle licenze che funzionano molto bene come Just Cavalli e Trussardi. La nostra priorità è dunque lo sviluppo dell'attuale portafoglio. Forse nel 2016 avremo delle novità, perché stiamo studiando delle opportunità. Abbiamo anche un progetto sullo sviluppo di un nostro brand.
La storia di Morellato inizia a Venezia nel 1930, quando Giulio Morellato apre un laboratorio di orologi e gioielli. Dopo alcuni anni si specializza nella creazione di cinturini in pelle per orologi e avvia la produzione artigianale di gioielli in oro e argento. Negli anni Novanta i fratelli Massimo e Marco Carraro, figli del più stretto collaboratore di Giulio Morellato, subentrano in azienda, portandola ad ottenere una grande serie di successi. Il primo decennio del 2000 vede l’espansione di Morellato sotto diversi fronti: nascono le prime linee di orologi e cresce il numero dei punti vendita in Italia così come all’estero, da Venezia, Milano, Roma a Berlino, passando per New York, Hong Kong, Shanghai.
Oggi il network distributivo firmato Morellato, che ha sede a Fratte di Santa Giustina in Colle (PD) si compone di 200 punti vendita monomarca sparsi tra Europa, Americhe, Middle East e Greater China, oltre 4.000 selezionati multibrand in tutto il mondo e corner nei più importanti department store delle capitali dello shopping: dalle Galeries Lafayette al El Corte Inglés fino a Karstadt.
Sarah Ahssen (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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