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Ansa
Pubblicato il
3 giu 2015
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Marocco: tempo e moda non scalfiscono il fascino del caftano 

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Ansa
Pubblicato il
3 giu 2015

Oggi forse la sua ambasciatrice più affascinante è la regina del Marocco, Lalla Salma, che, pur vestendo spessissimo capi di foggia occidentale, per rendere onore al suo ruolo nelle occasioni ufficiali ne sfoggia d'ogni colore.

Kaftan Fashion Show a Rabat - Foto: Ansa


E' il caftano, che, nonostante passino le mode, resta uno dei capi preferiti dalle donne del mondo arabo. L'ultima a sfoggiarlo, in un evento internazionale, è stata la sorella del re, la principessa Lalla Hasnaa, per l'inaugurazione dell'Expo 2015. Conosciuta come una delle donne più eleganti del Marocco, la principessa Lalla ha indossato un caftano dai perfetti disegni simmetrici, con il blu come colore dominante, con ricami intessuti con fili argentati e dorati. Il ''touch of class'' era dato da una mdama (una cintura) anch'essa di colore blu ornata al centro da un gioiello in argento.

Nato come abito maschile (lo stesso re Mohamed VI lo indossa in molte occasioni ufficiali, così come talvolta il figlio Mulay Hassan, l'undicenne principe ereditario), il caftano è diventato ben presto il capo preferito dalle marocchine, così come delle donne arabe. Ma è il Marocco il Paese in cui gli stilisti, pur rispettando la tradizione e facendo di essa fonte inesauribile di ispirazione, hanno adattato il caftano alle esigenze delle donne d'oggi. Tanto che queste lunghe vesti ricamate sono ormai entrate nel guardaroba di donne di tutto il mondo.

Se l'origine marocchina del caftano è certa, quello della parola pare risalire al persiano qaftn. In Marocco la sua produzione è diventata quasi un'arte, tanto che è ormai tradizione che le cantanti arabe, da qualsiasi Paese provengano, si rivolgano agli stilisti marocchini per i loro abiti di scena, tradizionalmente molto ricchi, al limite dello sfarzo. Certo nelle nuove generazioni femminili il caftano non ha lo stesso seguito che questo capo aveva solo qualche anno fa, conseguenza delle mode che arrivano dall'Occidente, ma anche dei costi che non sono sempre agevoli da sostenere, soprattutto per quelli da utilizzare in cerimonie particolari, come gli sposalizi.

Il caftano era forse destinato a restare nell'ambito del solo Marocco (anche se la sua fama valicava da tempo i confini del Regno) se la sua 'strada' non si fosse incrociata con quella di Diana Vreeland, icona del giornalismo di moda, che alla metà del secolo scorso fece le fortune di Harper's Bazar e Vogue. Diana Vreeland, nel suo girovagare per il mondo, colse l'aspetto elegante ed insieme tradizionale del caftano e, scrivendone come lei sapeva fare, gli diede un tocco di internazionalità.

In Italia il caftano, sino ad allora 'relegato' nella ristretta cerchia del jet set di casa nostra, fece la sua travolgente irruzione nel 1969, indossato dalla sensuale Romy Scheider davanti ad Alain Delon, ne ''La piscina'' di Jacques Deray, in una scena entrata nella storia del cinema e che scatenò una corsa all'acquisto di quell'esotico abito.

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