8 lug 2015
Macy’s non venderà più il marchio Donald Trump
8 lug 2015
Dichiarando che gli immigrati messicani sono per la maggior parte spacciatori e stupratori, il candidato alla presidenza degli Stati Uniti Donald Trump si è inimicato molte aziende sue partner, che si sono allontanate da lui. In particolare Macy’s, che ha deciso di non vendere più il suo marchio di abbigliamento.
“Macy's è una società che sostiene le diversità e si batte per l'inclusione sociale. Non abbiamo alcuna tolleranza per la discriminazione, indipendentemente dalla sua forma”, ha spiegato il department store. “Noi non crediamo che questa descrizione poco lusinghiera sia l'esatto ritratto di molti messicani, messicano-statunitensi e latini, che hanno enormemente contribuito al successo del nostro Paese”.
“Quando il Messico ci manda queste persone, non invia certo i migliori elementi (…), ci mandano quelli che creano problemi: portano la droga, portano il crimine, sono stupratori … E solo alcuni, suppongo, sono brave persone”, si esprimeva il 16 giugno il candidato per le primarie repubblicane, che promette di costruire un muro lungo la frontiera messicana. E di inviarne la fattura allo Stato del Messico.
Mentre numerose società, come le catene NBC e Televisa, hanno annunciato di cessare la loro collaborazione con le aziende di Trump, l'ascesa nei sondaggi del candidato è seguita da vicino dall'industria americana del tessile-abbigliamento.
Il Messico, che ha accolto con grande disappunto le dichiarazioni del rappresentante di un partito presentato come “pro-business”, è infatti il terzo fornitore degli Stati Uniti nel comparto del tessile-abbigliamento, con 5,3 miliardi di dollari di merci esportate verso lo Zio Sam lo scorso anno.
Matthieu Guinebault (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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