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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
23 ott 2017
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MCS, Henry Cotton’s e Marina Yachting dichiarate fallite

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
23 ott 2017

L’avventura di Emerisque Brands in Italia si è esaurita. La società d’investimenti con sede a Londra dell’imprenditore indiano Ajay Khaitan era entrata sul mercato italiano nel 2013 comprando di volta in volta il marchio di abbigliamento MCS (ex Marlboro Classics) e il gruppo Industries Sportswear Company (ISC), proprietario in particolare dei brand Marina Yachting e Henry Cotton's. Quattro anni più tardi, queste tre realtà della moda sportswear italiana si ritrovano fallite.

Il marchio con l'emblema del cowboy è stato venduto nel 2013 dal fondo Permira a Emerisque - mcs.com


FashionNetwork.com ha appreso da varie fonti che il tribunale di Venezia ha dichiarato il 13 ottobre scorso il fallimento di MCS e di ISC, nominando un curatore per ogni società. Come spiega una fonte sindacale, progressivamente “in questi ultimi due anni, il gruppo ha accumulato debiti fino a raggiungere un totale di 60 milioni, che lo ha portato al fallimento”.
 
Prima di essere ceduto a Emerisque, ISC ha registrato nel 2012 un fatturato di 135 milioni di euro e MCS di quasi 110 milioni di euro. Da quael momento, sembra che i loro ricavi si siano ridotti nettamente. Le due società non hanno più presentato bilanci dal 2015. Inoltre hanno subito una forte riduzione della loro forza lavoro a partire dal 2014. In una riunione con il Ministero per lo Sviluppo Economico e i sindacati, nel marzo 2017, il gruppo che riunisce MCS e ISC ha riferito di aver ottenuto un fatturato complessivo di 120 milioni di euro e di avere uno staff di 350 persone.

“Ci sono stati dirigenti diversi, ma nessuno è stato capace di rilanciare questi marchi, che alla fine sono stati pensalizzati da una cattiva gestione dal punto di vista commerciale e finanziario. Sono passati due anni da quando gli azionisti dovevano presentare un piano di investimenti! Ma niente è stato fatto!”, lamenta ancora il sindacalista.
 
La situazione ha cominciato a precipitare in primavera, quando diversi fornitori non pagati hanno preteso di avere quanto loro dovuto, minacciando di interrompere le consegne. Nell’impossibilità di avviare la produzione, MCS e ISC hanno chiesto in agosto di essere posti in procedura di concordato preventivo. Per salvaguardare i dipendenti e gli asset che ha in Italia, Emerisque ha dovuto presentare un piano di ristrutturazione e di rifinanziamento.
 
La società si era in un primo tempo impegnata ad investire 18 milioni di euro, che nei mesi successivi sono passati a 6 milioni, per ridursi alla fine a zero. In queste condizioni, al tribunale restava solamente di dichiarare il fallimento.
 
“Si tratta di un momento molto delicato per l’azienda e gli impiegati”, ci ha confidato un’altra fonte sindacale, che ha preferito non fornire ulteriori dettagli. I sindacati sperano ancora di poter salvare i marchi. Hanno infatti chiesto di essere ricevuti dal MiSE per vedere se non ci sia la possibilità di garantire una continuità all’azienda per il tempo necessario a trovare un acquirente.
 
Fondato nel 2004, Emerisque si presenta come “un investitore specializzato nello sviluppo e nella crescita di marchi fashion e di catene”, il cui scopo è “comprare marchi di moda in perdita di velocità sul mercato per rilanciarli e consolidarli”.
 
La società ha investito in 13 anni in molti marchi internazionali, tra i quali Lee Cooper, Hickey Freeman, Hart Schaffner Marx, Bobby Jones, Jack Nicklaus, Exclusively Misook, Christopher Blue, Palm Beach, Sansabelt e Monarchy.
 
Ajay Khaitan, che ha fondato e guidato Emerisque, è stato citato recentemente dalla stampa del Regno Unito come uno dei potenziali acquirenti dei tre marchi britannici Oasis, Coast e Warehouse, prima che il proprietario, Kaupthing, rinunciasse allo loro vendita.

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