16 mag 2017
Louis Vuitton: una Cruise Collection 2018 fra tradizione, modernità e natura
16 mag 2017
Un Paese: il Giappone; una città: Kyoto; un luogo: il Miho Museum disegnato dall’architetto I.M. Pei nel 1997 e situato tra le montagne che circondano la metropoli nipponica. Questi gli ingredienti di base della presentazione organizzata da Louis Vuitton domenica 14 maggio della sua Cruise Collection 2018.
Un luogo che non è stato scelto per caso, poiché simboleggia la fusione perfetta fra moda, urbanistica e natura (caratteristica che pervade il territorio del Giappone), punto di partenza di questa nuova linea, contrassegnata da numerosi riferimenti alla cultura giapponese.
Il Giappone concilia infatti la grandezza della natura e il profondo rispetto per essa, mentre il museo Miho simboleggia l’intenzione di coniugare l’estrema modernità con la verdeggiante natura circostante. L’architetto Pei ha creato la struttura per rappresentare Shangri-La, il leggendario paradiso terrestre in terra che si troverebbe in una valle segreta dell’Himalaya.
“Ho visitato il Miho Museum anni fa e rimasi subito colpito e affascinato dal concetto di armonia tra architettura e natura di I.M. Pei”, ha detto Nicolas Ghesquière, direttore artistico di Louis Vuitton. “Il Giappone è un Paese che conosco molto bene. È stato uno dei posti che ho visitato per primo quando ero alla ricerca di ispirazione, circa venti anni fa, e da allora ne sono stato un assiduo visitatore. La collezione è un tributo a ciò che il Paese mi ha dato”.
La Collezione Cruise 2018 di Luois Vuitton, marchio emblematico della “art de vivre” alla francese, alterna il presente con la nobiltà della civilizzazione ancestrale, tra futurismo e poesia, tra vaste città vibranti e paesaggi delicati.
Al centro di tutto, l’evoluzione da tradizione a modernità, da Occidente a Oriente. I riferimenti sono ovvi, in segno di rispetto: i samurai, le incisioni figurative, i paesaggi ad inchiostro, gli abiti da cerimonia, i keikogi delle arti marziali, la drammaturga cinematografica di Kurosawa, la malinconia unica di Kitano.
I tailleur pantaloni e le tuniche strutturate sono disegnate nello spirito di Hokusai. Jersey intrecciato e maglioni in pelle richiamano le armature dei guerrieri giapponesi. Gli abiti da sera brillano come i teatri dorati Noh. Le cointure obi dall’artigianalità delicata diventano il tessuto per pantaloni affusolati. Borse e pochette sono decorate con le maschere kabuki.
La collezione rende omaggio anche al designer Kandai Yamamoto, che ha aperto la strada ad un’intera generazione di stilisti giapponesi, presentando il suo lavoro in Francia con una sfilata a Parigi. Yamamoto, presente all’evento, è celebre anche per aver disegnato la maggior parte dei look di David Bowie. Per la collezione ha creato vari simboli e personaggi per decorare borse e accessori Louis Vuitton. I cappelli sono invece il frutto del lavoro dello stilista Kristopher Haigh, fondatore del brand 1K.
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