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Levi's: inaugurato a Roma il più grande flagship store del mondo

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APCOM
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10 set 2009

Roma, 10 set. (Apcom) - Il primo produttore globale di jeans, l'americana Levi's ha aperto oggi a Roma il suo più grande 'flagship' store del mondo. Situato a Via del Corso, nel cuore della capitale, dispone di 600 metri quadrati di spazio espositivo e per l'inaugurazione è giunto l'amministratore delegato e presidente di Levi Strauss & Co, John Anderson.



"Per noi questo negozio è un grande segnale di fiducia verso l'Italia - ha affermato nel corso di una conferenza stampa -. La fase generale è difficile ma per noi di Levi's rappresenta una grade opportunità, perché in questi periodi i consumatori comprano i marchi di cui si fidano".

Levi's, casa fondata nella seconda metà del 1800, rivendica il primato mondiale sul settore dei jeans, sia per l'uomo che per la donna, con un fatturato 2008 che ha raggiunto circa 4,4 miliardi di dollari; ma Anderson ha voluto rimarcare che il gruppo è presente anche in altri segmenti della moda, come le scarpe, gli accessori, le maglie.

Tanto che proprio il nuovo mega store di Roma "sarà il primo a esporre più tops che jeans", ha rilevato il presidente della divisione Europa, Armin Broger, un altoadesino che parla fluentemente diverse lingue. In una fase generale difficile per l'economia, la flessibilità finanziaria di Levi's consente di portare comunque avanti piani di espansione, con un programma di apertura di nuovi punti vendita monomarca.

Senza sbilanciarsi a progetti precisi, Broger ha lasciato capire che in Italia le città più interessanti per questo tipo di negozi, oltre a Roma sono Milano, Firenze, Venezia e Bologna. In generale la strategia consiste nel "mettere il marchio Levi's al centro di tutto quel che facciamo", ha detto.

Levi's conta dei flagship store simili a quello aperto oggi a Roma a New York, Londra, San Francisco e Los Angeles, e punta ad aprirne nelle maggiori capitali mondiali che fanno tendenza per la moda. Secondo l'amministratore delegato di Levi Strauss Italia, Marco Gaiani l'apertura del flagship store di Roma testimonia la "vitalità di un marchio che ha 150 anni di storia - ha affermato - e la centralità dell'Italia nelle strategie del gruppo".

Levi's rivendica di esser la casa che ha inventato gli stessi jeans, sulla base del disegno di Levi Strauss e Jacob Davis del 1873, l'antenato di tutti i successivi modelli, tra cui il 501, il più conosciuto della casa americana.
Il "Levi's 501" fece la sua comparsa nel 1890, in vendita a 75 cents al paio che all'epoca rappresentava un prezzo "piuttosto elevato", secondo una scheda fornita dallo stesso gruppo, per un modello che si voleva come punta dell'offerta. I primi jeans da donna arrivarono nel 1935, con un immediato successo presso le newyorkesi che venne immortalato sulle pagine di Vogue.

Più tardi arrivò la fase cruciale degli anni '50, in cui i 501, grazie a Hollywood divennero simbolo globale della ribellione giovanile e del made in Usa. Innanzitutto con il personaggio interpretato da Marlon Brando nel film "Un tram chiamato desiderio"; ma i nomi famosi che hanno contribuito a creare la reputazione del gruppo non si contano: Elvis Presley, James Dean, John Fitzgerald Kennedy, Marilyn Monroe, i Rolling Stones, John Lennon, Bob Marley, Kurt Kobain e Madonna.

E oggi lo stesso presidente Usa Barack Obama prosegue con questa tradizione, indossando jeans Levi's quando gioca a baseball.
"Siamo orgogliosi di essere i rappresentanti più legittimi dello stile di vita americano - ha detto Broger -. Ci troviamo in un momento difficile ma non vogliamo sprecare l'opportunità che per noi si apre in questa fase". Con la crisi, "stiamo vedendo che nel mondo molti marchi marginali stanno sparendo", ha spiegato Anderson. "Sopravviveranno i marchi più forti. Nei prossimi 12 mesi il contesto resterà difficile e sarà battaglia".

Intanto, proprio il nuovo flagship store di Roma rappresenta una svolta nella filosofia di strutturazione di questi punti vendita monomarca ad elevata visibilità: sparisce il superfluo, economicamente e ambientalmente non sostenibile. "Ultimamente molti negozi erano quasi diventati dei piccoli parchi a tema ispirati più ai gusti degli architetti che li progettavano, che alle esigenze dei consumatori. Vogliamo eliminare tutto questo", ha detto Broger.

Intanto il gruppo ha completato una mappatura antropomorfica globale, uno studio che ha raccolto circa 60.000 dati e che punta a adattare i vari modelli alla maggior quota possibile di consumatori. Ad esempio, per le donne ora l'offerta "dovrebbe coprire il 92 per cento della popolazione", ha concluso Broger.

Fonte: APCOM