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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
7 nov 2017
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Lanvin in una situazione finanziaria critica?

Di
Reuters
Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
7 nov 2017

La casa di moda parigina Lanvin si trova in una situazione di liquidità critica, che ha spinto il revisore dei conti ad allertare il tribunale commerciale di Parigi, hanno dichiarato all’agenzia Reuters due fonti vicine alla vicenda.

Lanvin - Primavera-Estate 2018 - Womenswear - Parigi - © PixelFormula


In difficoltà da quando è stato licenziato nell’ottobre del 2015 il direttore artistico Alber Elbaz, la più vecchia casa di moda francese ancora in attività non riesce ad arginare il calo delle vendite.
 
Dopo un primo crollo di -23% nel 2016, la diminuzione del fatturato dovrebbe raggiungere il 30% nel 2017, hanno indicato le fonti, un’evoluzione che contrasta con la ripresa osservata da un anno a questa parte da alcuni marchi di lusso come Louis Vuitton (di proprietà di LVMH) o Gucci (Kering) che si avvantaggiano del netto aumento degli acquisti effettuati dalla clientela cinese.

Reuters aveva rivelato a giugno che i risultati della griffe erano in caduta libera da un anno. "Il revisore contabile ha già allertato il tribunale del commercio di Parigi, avvisandolo della situazione estremamente preoccupante della società", ha precisato una delle fonti. Promessa per settembre, la ricapitalizzazione dell’azienda non c’è stata, e a causa della mancanza di iniezioni di nuovo capitale, l’azienda rischia di non poter erogare gli stipendi di gennaio 2018, ha aggiunto un’altra fonte.
 
"La ricapitalizzazione potrebbe esserci entro la fine dell’anno, ma in ogni caso non sarà sufficiente per affrontare le sfide che attendono Lanvin", ha detto la medesima fonte. Altamente monitorati, gli ordinativi effettuati negli "showroom" organizzati dopo la prima sfilata di Olivier Lapidus, presentata a Parigi alla fine di settembre, sono diminuiti del 50% rispetto allo stesso periodo del 2016, ha affermato una terza fonte.
 
"Gli ordini sono stati catastroficamente bassi. I compratori non ritrovano lo stile classico di Lanvin e sono molto confusi dall'improvvisa esibizione di loghi sui vestiti", ha detto la fonte. La nomina di Olivier Lapidus, conosciuto per aver disegnato dei mobili per il distributore di prodotti per la casa a prezzi stracciati Gifi o degli abiti da sposa per il brand Pronuptia, ha avuto l'effetto di una bomba all'interno dell’azienda come in tutto mondo della moda. Questa scelta fa temere che sia stata pensata una strategia per moltiplicare le licenze, un orientamento ritenuto suicida da numerosi osservatori, in quanto un grande nome del lusso alla francese potrebbe veder rovinata la propria immagine dall’utilizzo del suo nome su quasiasi tipo di oggetto.
 
In disaccordo con la strategia dell’azionista di maggioranza e con la scelta di uno stilista sul quale non è stato consultato, l’uomo d’affari svizzero Ralph Bartel, che possiede il 25% del capitale di Lanvin, ha dato le dimissioni dal Consiglio d’Amministrazione in luglio. " Voleva ricapitalizzare la società a condizione di esserne socio di maggioranza", commenta una delle fonti. Anche il banchiere Pierre Mallevays ha dato le dimissioni dal CdA.
 
Proprietaria di Lanvin con il 75% del capitale sociale, la miliardaria cinese Shaw-Lan Wang ha modificato il management e non lascia trapelare nulla di quali saranno le sue intenzioni. Uno dei suoi fedeli, Nicolas Druz, che ha già lavorato per Lanvin in passato, è tornato, ed è stato nominato vicedirettore generale. Michèle Huiban, che dirigeva l’azienda dal 2013, non siede più nel CdA e ora è diventata la responsabile finanziaria nel ruolo di vicedirettore generale. Sono stati nominati altri due vicedirettori generali. Simone Mantura è il responsabile dei prodotti e delle licenze, mentre Ursula Gandhi supervisiona vendite e marketing.
 
Né Lanvin, né i suoi azionisti, né i suoi revisori contabili hanno risposto alle richieste di commento di Reuters. L’azienda dovrà anche lasciare la sua sede storica di rue du Faubourg Saint-Honoré 15, perché l'edificio è stato venduto dagli eredi di Jeanne Lanvin al gruppo Richemont, proprietario, fra gli altri, dei marchi Cartier e Van Cleef & Arpels.
 
In questo contesto, le perdite del 2017 rischiano di oltrepassare ampiamente i 27 milioni di euro previsti all’inizio dell’anno, dopo la perdita netta di 18,3 milioni registrata nel 2016. Questa crisi è accompagnata da una grande serie di partenze di dipendenti. Circa un terzo di essi ha lasciato la società dall’inizio del 2017. La maggioranza di loro non è stata rimpiazzata, tranne che nel setttore vendite, ha precisato una delle fonti. La società Jeanne Lanvin SA impiegava quasi 300 persone in Francia alla fine del 2016. Lanvin si era separato nel luglio scorso dalla sua direttrice artistica Bouchra Jarrar, le cui collezioni non erano piaciute abbastanza al pubblico, soli 15 mesi dopo la sua nomina.

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