Lanvin è ancora in attesa di un salvataggio
Lanvin chiude l’anno con molte incertezze. La firma parigina di alta moda, posseduta per il 75% dalla miliardaria taiwanese Shaw-Lan Wang, non è ancora stata ricapitalizzata. Il mese scorso, i dirigenti della griffe avevano comunque annunciato l’adozione di un piano di salvataggio per affrontare i problemi di liquidità "prima della fine del 2017".
"Un'assemblea generale doveva svolgersi mercoledì 20 dicembre, ma è stata posticipata ad una data successiva, che non è stata specificata", indica a FashionNetwork.com un portavoce della griffe. "Nelle prossime settimane ci saranno annunci sul rilancio del marchio. Qui tutti lavorano e s’impegnano profondamente", prosegue il portavoce, precisando che "tutti i dipendenti sono pagati".
In subbuglio da quando se ne andò l’ex direttore artistico Alber Elbaz, nell’ottobre 2015, la casa di moda francese più antica ancora in attività non riesce ad arginare il calo delle vendite. Dopo la partenza del suo famoso ed apprezzatissimo stilista, Lanvin ha visto diminuire il fatturato del 23% nel 2016, a 162 milioni di euro, e ha accusato una perdita netta di 18,3 milioni, dopo l’utile di 6,3 milioni registrato nel 2015. Nel 2017, le vendite dovrebbero diminuire ancora del 30%, secondo fonti citate dall’agenzia Reuters un mese fa.
Bouchra Jarrar, che è succeduta ad Alber Elbaz, non è riuscita a sedurre clienti e buyer e ha gettato la spugna lo scorso luglio. È stata sostituita da Olivier Lapidus, il cui primo défilé non ha convinto del tutto. Nel frattempo, la società ha rinnovato il management nominando Nicolas Druz come vice amministratore delegato e consulente di Shaw-Lan Wang.
È stato anche assunto Simone Mantura in qualità di vicedirettore generale responsabile del prodotto, della produzione, delle vendite, della comunicazione e delle risorse umane, assieme a Michèle Huiban, vicedirettrice generale responsabile degli aspetti finanziari, giuridici e informatici del marchio.
Lanvin ha inoltre smentito le informazioni apparse sulla stampa riguardanti una possibile strategia di diversificazione della casa di moda verso l’industria alberghiera e il lifestyle. "Non c’è nessuna strategia di licenze all'ordine del giorno in questo momento e non esistono progetti particolari in questo senso", ci ha detto il portavoce. Piste che però erano state menzionate all'inizio di novembre dallo stesso vicedirettore generale, Nicolas Druz, che affermò di voler sviluppare una "art de vivre". Sembra qindi che questo progetto non sia concreto all’interno della maison.
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