Ansa
2 lug 2013
Lacroix rende omaggio a Schiaparelli
Ansa
2 lug 2013
Forse ci siamo, o quasi: la lunga ricerca del designer giusto per rilanciare la maison Schiaparelli, acquisita da Della Valle, dovrebbe essere arrivata alla meta. A ottobre si saprà il nome che, a gennaio, debutterà con l'alta moda e poi, sempre a Parigi, a fine febbraio esordirà con una collezione che viene definita prêt-a-couture, per dire che si collocherà in alto.
In attesa di partire con questi classici appuntamenti stagionali da sfilata, la casa Schiaparelli, con la sua direttrice e musa Farida Khelfa, ex modella, non sta con le mani in mano. Dopo aver presentato, l'anno scorso, la nuova sede della maison, in place Vendome, ha inaugurato, il 1° luglio, nel padiglione del Louvre dedicato a Les Arts Decoratifs, una mostra di 18 abiti, creati da Christian Lacroix come "omaggio personale" alla grande Elsa, stilista italiana ma parigina di adozione.
La collezione non verrà venduta, certamente girerà ma resterà patrimonio della maison. Lacroix non ha rifatto i vestiti firmati Schiap: "non volevo cadere negli archivi, ho espresso l'idea che io ho di lei", ha spiegato il designer arlesiano, da sempre innamorato della creatività stravagante, libera e surreale ma anche pratica, di Elsa Schiaparelli. Tra una mantellina di capra (trattata come fosse la ormai proibita scimmia, pelliccia preferita dalla Schiaparelli) e una piccola giacca caffé con grande gonna ruggine, tra un corpetto corallo con 280 applicazioni di jais nero sui pantaloni harem, tra la cappa di velluto e l'abito verde che rivisita il sari aggiungendo un cappuccio, tra un cappello da Pierrot con volpe rosa e tacchi con pelliccia, tra cinture ricamate da Lesage (queste sì originali d'archivio) e gioielli come scarabei e aragoste, spiccano una tuta e una redingote che sono da sole un racconto.
Nella memoria di Lacroix, infatti, era rimasta sempre impressa l'eleganza delle collezioni Schiaparelli del periodo di guerra, capi pratici, perfino adatti a fuggire sotto le bombe, eppure affascinanti, non convenzionali, molto femminili: ecco allora la "tenue d'alerte", una tuta per correre in rifugio, con zip rossa (Schiaparelli è stata la prima a usarle) e baschina, e una scicchissima redingote nera in crepe di lana, con grandi tasche di seta dove mettere tutto e scappare al primo allarme. Lacroix è molto soddisfatto di questa piccola grande avventura tra passato e presente: potrebbe essere lui il designer definitivo? Pare proprio di no.
Si è ritirato nel 2009 dalle passerelle, ora ha comprato una casa nel centro storico di Arles, è stata la moglie a spingerlo, preoccupata che Christian non sentisse più le sue radici, che sono sempre state la sua forza creativa.
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