Secondo ricercatori inglesi dell'Imperial College London i bambini nati da madri troppo esposte a spray o lacche per capelli hanno un rischio doppio di avere difetti genitali come l'ipospadia, una malformazione congenita caratterizzata da un incompleto sviluppo della parte distale dell'uretra. Secondo lo studio, pubblicato su Environmental Health Perspectives, la colpa sarebbe degli ftalati che alterano l'equilibrio ormonale.

Negli ultimi decenni, secondo i ricercatori, l'incidenza dell'ipospadia nella popolazione è aumentata notevolmente ed molti scienziati hanno puntato il dito verso gli ftalati, composti chimici che si trovano negli oggetti di plastica, inclusi i contenitori degli spray per capelli.

Gli ftalati, esteri dell'acido ftalico, agiscono alterando l'equilibrio dei livelli ormonali e per questo sono stati banditi dall'Unione Europea nella manifattura dei giocattoli, anche se non sono stati trovati collegamenti diretti tra l'esposizione all'acido ftalico delle madri e la malformazione dei figli. Inoltre, ricerche più recenti non hanno studiato l'uso personale delle lacche, bensì l'uso che se ne fa, spesso in dosi massicce, in ambienti come parrucchieri o saloni di bellezza.

Paul Elliot, che ha condotto lo studio, ha tuttavia affermato che il risultato della ricerca non prova definitivamente che gli spray, o qualsiasi altro prodotto contenente ftalati, sia la causa della ipospadia. "Le donne - ha detto - non devono allarmarsi. Questo studio è un solo pezzo di un grande puzzle che cerca di spiegare l'effetto di queste sostanze chimiche, ma sono necessarie ulteriori ricerche per dimostrare che esiste veramente un collegamento tra di loro e la malformazione.

Lo studio rappresenta anche un sostegno alle raccomandazioni governative che consiglia alle donne gravide di assumere più cibi contenenti folati per prevenire difetti simili all'ipospadia, che insorge nella prima fase della gravidanza. e donne che assumono acido folico nei primi tre mesi hanno, infatti, un un rischio più basso di un terzo di avere bambini con ipospadia.

Di Elena Passeri (Fonte: APCOM)