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Adnkronos
Pubblicato il
16 mar 2015
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La nuova tendenza della moda: le new face soppiantano le top model

Di
Adnkronos
Pubblicato il
16 mar 2015

I nuovi volti della moda? Oggi vengono pagati al pari di una top model e schiere di new face si apprestano a salire sul podio del fashion system, soppiantando le super top. Le giovanissime emergenti sono diventate il fiore all'occhiello di molti stilisti, che sempre più spesso decidono di “investire” sulle nuove reclute, pagando esclusive per somme che si aggirano attorno ai 15.000 euro, come nella sfilata di Calvin Klein presentata lo scorso febbraio a New York.

Foto: Adnkronos


Un altro esempio? Riccardo Tisci di Givenchy, che ha deciso di puntare tutto sull'italiana Greta Varlese, 16enne di Elite Models, osannandola sul proprio profilo Instagram dichiarando di essere "orgoglioso della sua ragazza".


Stessa tendenza anche per Carine Roitfeld, ex direttore di Vogue Paris, che ha piazzato sulla copertina del sesto numero di “CR Fashion Book” Julia Hafstrom, Kitty Hayes, Stella Lucia, Antonina Petkovic, Issa Lish, Molly Bair e Sarah Brannon, tutte modelle emergenti che hanno debuttato sulle passerelle di New York.

“Dopo aver messo Beyoncé sull'ultima copertina, una delle donne più belle e famose al mondo, ho deciso di andare nella direzione opposta scegliendo le facce più fresche della stagione, delle ragazze semi-sconosciute che hanno delle qualità speciali che le rendono uniche: delle orecchie grandi o uno strano sorriso” ha dichiarato la Roitfeld a WWD.

“Trovo queste modelle affascinanti proprio per via delle loro imperfezioni” continua Roitfeld “rappresentano il mio modo di vedere la bellezza nel 2015”. L'aria di svolta si è avvertita anche a Milano, da Gucci, dove dopo l'addio di Frida Giannini, il suo successore ed ex braccio destro Alessandro Michele ha rivoluzionato non solo i codici estetici della maison, ma anche le modelle utilizzate per lo show: tutte delle new face, assoldate per la prima volta nella scuderia di Gucci.

Il mondo della moda vede ogni stagione un agglomerato di nuovi volti, molti dei quali godono di fama effimera: qualche sfilata, il tempo di una stagione e poi vengono rimpiazzati, finendo nell'oblio con conseguente stroncatura di carriera.

“Spariscono perché non sono professionali” afferma Guido Dolci, presidente di Major e Assem, un'associazione senza fini di lucro che si occupa di coordinare, promuovere e tutelare gli interessi morali e materiali delle società associate, tra cui spiccano i nomi di alcune tra le più importanti agenzie di modelle internazionali come IMG Italy, Elite Model, Next, Brave e Why Not.

“Il mercato purtroppo è selettivo, è il mercato che comanda e dietro ai compensi c'è sempre la professionalità della modella” continua Dolci. E' infatti il mercato a dettare le regole. Ma come si sceglie una modella? Quali sono i criteri selettivi?

“Vendere il sogno” continua Dolci “è quello che fa la differenza nella scelta della modella, che deve saper interpretare la collezione” ma dietro ai compensi elevati c'è e dovrebbe sempre esserci la professionalità come elemento distintivo. A incidere sulla scelta della modella è quindi il cachet “in Italia i maggiori stilisti pagano bene. Si va dai mille ai quattromila euro a sfilata per i nuovi volti che però possono essere pagati ulteriormente per le esclusive” afferma Dolci “inoltre, ogni modella ha a disposizione gli autisti per muoversi tra una sfilata e l'altra, il rimborso spese per il viaggio e l'alloggio. Ovviamente si deve dedurre dall'importo la ritenuta d'acconto che spesso molte modelle dimenticano, lamentando poi compensi bassi. Certo, siamo influenzati dalle necessità del mercato ma gli stilisti italiani non sono avari con le modelle e pagano bene”.

E' chiaro che, sebbene non esista un salario minimo, i gradi di notorietà e professionalità delle modelle sono diversi e spesso la trattativa del singolo rate della modella è nelle mani dei booker delle agenzie. Recentemente gli “angeli” Karlie Kloss e Doutzen Kroes hanno annunciato di voler abbandonare Victoria's secret, il colosso della lingerie a stelle e strisce proprio perché riceverebbero un cachet non commisurato alle proprie esigenze.

“Fare una sfilata non è come andare a lavorare in miniera” chiosa Dolci confermando che, mentre alcune modelle si arrovellano su salari che reputano inferiori alle aspettative, si tratta, in fondo, di un mestiere che non conosce crisi.

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