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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
3 set 2018
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La moda italiana sempre più trainata dalle esportazioni

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
3 set 2018

Il comparto della moda italiana ha registrato 66 miliardi di euro di esportazioni nel 2017, con un incremento del 5% rispetto al 2016, ma i primi mesi del 2018 mostrano un rallentamento, segnando una ripresa delle attività dopo le vacanze caratterizzata dall'incertezza, anche politica, come ha sottolineato lunedì a Milano Michele Scannavini, il presidente dell’ICE, l’Istituto per il Commercio Estero italiano, a margine di una conferenza stampa incentrata sul progetto Milano XL, che punta a far conoscere l’eccellenza del Made in Italy durante la Fashion Week.

Michele Scannavini - FashionNetwork.com ph Dominique Muret


L’incremento delle esportazioni ha interessato in maniera trasversale tutti i settori della moda tricolore, con un successo particolare per i gioielli. “Il che dimostra che il modello strutturale della nostra moda funziona, con una buona qualità dei prodotti e dei prezzi accessibili”, nota Michele Scannavini, indicando l’Asia come principale sbocco, soprattutto per il segmento del lusso, con in particolare la Cina, ma anche la Corea del Sud e tutto il Sud Est asiatico. “La Russia si è ripresa dopo la tempesta dello scorso anno. Gli Stati Uniti restano un’area solida, mentre un’importante area di sviluppo è costituita dai Paesi del Golfo”, prosegue.
 
“L’export di tutta la nostra industria della moda nel suo complesso, dal tessile all’abbigliamento passando per gli accessori e i prodotti di bellezza, rappresenta il 15% delle esportazioni totali italiane. Però i primi mesi del 2018 hanno fatto registrare un rallentamento, con una crescita del 3,5% rispetto all’anno precedente. È chiaro che il Made in Italy è cresciuto esclusivamente grazie alle esportazioni. Dunque è importante che mantenga la sua solidità”, sottolinea il presidente dell’ICE.

In questo contesto, “alcune minacce di guerre commerciali fra le grandi potenze potrebbero avere effetti indiretti anche sull’Italia. C’è però una netta differenza fra le minacce affermate a parole e la loro attuazione”, tiene garbatamente a ricordare Scannavini, che vuole essere ottimista. Sul versante casalingo la situazione è altrettanto incerta. Fra il nuovo governo populista e la crisi che si profila con l’Europa, il mercato finanziario italiano è in tensione.
 
“È ovvio che c'è una preoccupazione”, confida ancora Michele Scannavini, che comunque vuole credere che il governo continuerà a sostenere le esportazioni, “vero asse portante dell’economia italiana”. Il Made in Italy ha ottenuto negli ultimi tre anni, fra il 2016 e il 2018, un aiuto straordinario da parte delle autorità di governo, che hanno investito 520 milioni di euro, riservando 135 milioni di queste risorse solo al settore della moda, allo scopo di promuovere le aziende del Made in Italy su scala internazionale.
 
Con il cambio di governo, tutto deve essere ridefinito. Questo mese è previsto un primo incontro per rimodulare la strategia e gli investimenti. Le autorità della moda italiana conosceranno il loro nuovo interlocutore, il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico Michele Geraci. “Tutto dipenderà dalle priorità del governo. Da parte nostra, vogliamo che questo supporto straordinario diventi strutturale e più ampio”, conclude il presidente dell’ICE.

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