AFP
7 feb 2016
La Fashion Week maschile si è conclusa con una nota di ottimismo a New York
AFP
7 feb 2016
E due... La giovanissima Fashion Week maschile di New York, nata in luglio, si è conclusa giovedì sera con una punta di ottimismo, dopo quattro giorni di sfilate caratterizzati da una sete di innovazione e apertura e da una certa fiducia nel futuro.
La Settimana della Moda statunitense chiudeva le danze per la stagione della moda maschile autunno-inverno 2016, arrivando sulla scia di Londra, Milano e Parigi. Questa seconda edizione di una sessantina di show dedicati all'Uomo ha anche preceduto di poco il calcio d'inizio (giovedì prossimo) del calendario del prêt-à-porter femminile a New York.
Incoraggiati dall'euforia di un incontro tra addetti ai lavori per osservare, analizzare, criticare o celebrare le ultime tendenze del guardaroba maschile, i blogger, i buyer e gli altri esperti del settore si sono dimostrati palesemente rilassati durante tutta questa settimana corta di défilé.
"L'ambiente era veramente cool. Il mondo del menswear era rilassato, le persone erano contente di essere lì", nota Stevie Gatez, stilista, l'ultimo giorno di sfilate. Vestito con una giacca di lana a tre quarti con stampato leopardato, con uno sweatshirt grigio con cappuccio, un jeans arrotolato alle caviglie, delle scarpe da ginnastica Adidas e con in testa un berretto con visiera rigida, il giovane blogger resta comunque molto attento al suo modo di vestire. Questione di piacere personale.
Comodità e outfit ampi
Sulle passerelle, è stato anche il tempo della comodità, del benessere, con i tagli spesso sproporzionatamente ampi dei cappotti, dei pantaloni o delle sciarpe, concepiti con l'idea di liberare un uomo attento al suo look, ma in movimento, che sia da Public School, dai californiani di Stampd o da Cwst, da Todd Snyder, Michael Kors e anche da Tommy Hilfiger. Viste anche delle giacche trapuntate senza maniche, dei blazer oversize e degli abiti-pigiama.
Dappertutto, da Simon Miller, Greg Lauren, Kenneth Ning, l'inverno maschile si prepara con dei materiali morbidi, il cachemire o la seta per giubbotti con cappuccio e zip, delle lane fini, altre di maggior spessore, del nylon. Da Theory, materiali sintetici innovativi servono una concezione "minimalista che miscela lusso e tecnologia", spiega il suo designer Ben Stubbington all'agenzia di stampa AFP.
L'elemento essenziale in questa Settimana della Moda è stato il trovare il giusto equilibrio fra struttura, confort e originalità.
"Il mio scopo è di essere allo stesso tempo classico e innovativo", spiega Mike Rubin, il creatore di Krammer & Stoudt, un piccolo marchio quasi sconosciuto fino alla sua presentazione molto apprezzata di lunedì scorso.
Stessa lotta per Tommy Hilfiger, che confida all'AFP di aver voluto "celebrare i capi e gli stili di riferimento" della sua opera, dalle polo sportive al KWay rosso o all'abito blu Principe di Galles, "adattandoli all'era moderna". Una polo a maniche lunghe si arricchisce con una cravatta rossa integrata, discreta e pratica.
Anche David Hart è tornato ai classici, quelli dei grandi anni del jazz, con blazer ad abbottonatura incrociata, stampati scozzesi, pantaloni cortissimi sopra le caviglie e calze colorate, per modernizzare gli outfit.
Per le strade, sul Web, nei blog, gli uomini hanno ritrovato il gusto della sperimentazione nel vestire e ciò si è sentito fra gli stilisti, afferma Stevie Gatez, il quale cita come esempio "i giochi con i materiali, l'assumersi dei rischi con la pelliccia e i velluti da Gipsy Sport, o l'ispirazione '70s con un accento streetwear" dall'argentino Lucio Castro.
Dal “CBGB” all'anello di cubi
Al di là dei vestiti, alcuni stilisti hanno voluto colpire gli animi con presentazioni forti. Public School, la griffe streetwear del momento, è tornata verso le proprie radici, organizzando la sua sfilata in strada davanti a un esercito di fan e blogger avvertiti sui social network. L'artista e stilista Greg Lauren, nipote di Ralph, ha immerso i suoi ospiti in un universo intenso, una giungla urbana in cui dei modelli con abiti strappati si mostravano affiancati a dandy del XIX secolo con l'animo di artisti, disposti ad anello su vari cubi.
John Varvatos si è interrogato sulla morte del rock presentando la sua collezione nell'ex leggendario covo del punk: il locale “CBGB”.
Da notare anche che "abbiamo visto maggiore diversità sulle passerelle", nota Gatez, che si riferisce in particolare allo show "all black" di David Hart. "Non ho mai visto tanti modelli neri come in questa stagione".
In totale, per David McLeod, blogger di Thedapperdaily.com, questa nuova Fashion Week ha vinto la sua scommessa: "E' stata una stagione di successo", ha detto. Prossimo appuntamento a luglio.
Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: AFP
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