Pubblicato il
19 dic 2008
19 dic 2008
La Cina ha perso 67000 aziende nel primo semestre 2008
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19 dic 2008
19 dic 2008
I mercati del giocattolo e delle calzature sono stati i più toccati dalla crisi quest'anno in Cina, con la scomparsa di 67000 piccole e medie imprese, secondo l'agenzia per la pianificazione economica. E se il primo settore lo deve ampiamente alla polemica sulla verniciatura al piombo, il secondo lo deve al ribasso della domanda ed alla concorrenza dei paesi vicini. Situazione che tocca più largamente l'industria tessile nel suo insieme.
Une fabbrica di scarpe ad Hanoï - Foto: Hoang Dinh Nam/AFP |
La crisi economica che interessa gli Stati Uniti influenza direttamente i beneficiari cinesi, i quali vedono sempre più spesso i loro clienti nordamericani nell'impossibilità di pagare la merce ordinata, una volta che questa arriva a destinazione.
Basti pensare che il ministero degli affari esteri del Medio Impero ha fatto sapere, con grande clamore mediatico, che circa un miliardo di dollari di merce al momento attuale non è ancora stato pagato dagli importatori americani.
Anche i consumi hanno subito una contrazione a causa dell'instabilità delle imprese cinesi: i cinesi preferiscono per ora fare dei tagli drastici sulle loro spese. Per rassicurare i suoi cittadini, ecco allora che il governo cinese ha promesso entro due mesi vaste agevolazioni e riduzioni fiscali.
La crescita del 9% nello scorso settembre è malgrado tutto il peggior risultato registrato dal paese da cinque anni a questa parte. E la crisi attuale anticipa le deprimenti previsioni per il 2009: gli esperti prevedono infatti una discesa del 7,5% del PIL nell'anno a venire.
Di Elena Passeri (Fonte: M. Guinebault)
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