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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
17 mag 2017
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LVMH domina ancora la classifica del lusso di Deloitte

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
17 mag 2017

I gruppi francesi continuano a dominare il mercato del lusso, al quale si collocano in testa per volume d’affari, ma le aziende italiane, più numerose, registrano le crescite maggiori. Sono queste le conclusioni principali che si possono trarre dalla classifica “Global Powers of Luxury Goods” 2017 realizzata dalla società di revisione e consulenza Deloitte, sulle prime 100 società dell’universo del lusso nel mondo.

Louis Vuitton


L’edizione 2017 stabilisce una classifica degli attori di lusso in base al loro fatturato nel corso dell'anno fiscale 2015, che è arrivato complessivamente a 212 miliardi di dollari (quasi 193 miliardi di euro) per l’insieme delle 100 aziende leader, attive nel prêt-à-porter, negli accessori, nell’alta gioielleria, negli orologi e nei profumi e cosmetici.
 
La classifica mostra una buona resistenza dell’industria mondiale del lusso, con una crescita media delle vendite del 6,8% rispetto al 2014, in netto miglioramento rispetto al +3,7% registrato l’anno precedente; percentuali che si si spiegano principalmente con l’impatto favorevole dei tassi di cambio, spiegano gli autori dell’indagine di Deloitte.

È il numero uno mondiale del lusso, LVMH, che possiede fra gli altri i marchi Louis Vuitton, Fendi e Céline, ad arrivare in testa alla classifica, con un fatturato di 22,4 miliardi di dollari, seguito dal gruppo oggi svizzero e in origine sudafricano Richemont (12,2 miliardi) e da Estée Lauder (11,3 miliardi), esattamente come nella classifica di Deloitte pubblicata l’anno scorso. Il gruppo di Bernard Arnault vale da solo il 10% del fatturato totale di questa Top 100.
 
La sorpresa arriva dal suo diretto concorrente Kering, il quale, con un fatturato di 8,7 miliardi di dollari, si porta dal 6° al 5° posto, superando il gruppo svizzero di orologi Swatch, mentre il gruppo cinese di orologeria e gioielleria Chow Tai Fook, che aveva fatto un grande ingresso nella Top 10 della classifica 2015, si ritrova relegato al 9° posto.
 
Con una percentuale media del 14,9%, le aziende francesi del lusso hanno sperimentato la crescita maggiore nel 2016 e si trovano in testa alla classifica per nazioni, con un giro d’affari complessivo di oltre 5 miliardi di dollari, realizzato con 10 società. Inoltre, tre dei dieci più grandi gruppi mondiali del lusso sono francesi (LVMH, Kering, L’Oréal Luxe) e rappresentano più dei tre quarti delle vendite di prodotti di lusso delle aziende con sede in Francia.

La Top 10 del rapporto "Global Powers of Luxury Goods" 2017 - Deloitte a partire dai bilanci pubblicati dalle aziende del lusso


Con le sue 26 aziende presenti nella classifica di Deloitte, l’Italia è la nazione col maggior numero di società, ma il loro fatturato totale arriva solamente a 1,3 miliardi di dollari, pesando per il 16% sulla classifica assoluta. Cifra trainata da Luxottica, unica azienda italiana a figurare nella Top 10, in quarta posizione, seguita da Prada (17ma) e Giorgio Armani (21ma).
 
Sei aziende italiane su 26 figurano però nella Top 20 delle crescite maggiori, con il gruppo di occhialeria Marcolin e la firma di lusso Valentino in testa a questa sotto-classifica.
 
Da segnalare l’ingresso per la prima volta nella Top 100 Deloitte del marchio svedese Acne Studios al 99° posto, in ragione soprattutto della grande crescita che ha registrato nel 2015 (+24%). Tra i dieci nuovi entrati in classifica, si possono notare, anche se dotati di profili meno luxury, il gruppo francese SMCP (Sandro, Maje, Claudie Pierlot), le griffe britanniche Barbour, Ted Baker e Charles Tyrwhitt, e i marchi tedeschi Marc O'Polo e Marc Cain.
 
Versione italiana di Gianluca Bolelli

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