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Adnkronos
Pubblicato il
26 ago 2009
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L'ultima moda? si ritaglia addosso e si esegue per filo e per ago

Di
Adnkronos
Pubblicato il
26 ago 2009

Roma, 24 ago. (Ign) - La nuova etichetta che fa moda? "Fatto a mano da me". Capi originali, ispirati dai modelli glamour indossati dalle star ma realizzati su misura in uno stile personale, entrano di prepotenza a far parte del guardaroba prendendo il posto dei 'griffati'. E l'atelier è autogestito in casa.



Sarà, infatti, per la crisi economica, sarà per il piacere del gusto vintage, sarà anche per la voglia di essere protagoniste di se stesse ma la nuova tendenza in fatto di abbigliamento ora fa rima con con la sigla D.I.Y. (Do It Yourself) o arte dell'arrangiarsi.

In America vere e proprie community, siti dove ricercare cartamodelli, nuove idee per reinventare il proprio guardaroba, corsi e incontri tra le fan del 'fai da te' -una volta fashion victims- hanno rinnovato la passione per l'uso dell'ago e il filo. Basti pensare che in un anno in Usa sono state vendute 35 milioni di macchine da cucire. E da New York centro della nuovo trend, la passione della sartoria casalinga ha abbattuto i confini d'oltreoceano e sta prendendo corpo anche in Italia.

E' già successo con i knit-café, bar in cui si lavora a maglia, che sull’onda del successo raccolto in America dalle celebrities di Hollywood (da Uma Thurman a Winona Ryder, da Sara Jessica Parker a Russel Crowe e Mel Gibson), si sono moltiplicati anche nel nostro Paese e gli incontri tra i knitters italiani sono diventati una realtà.

Ora è la volta del taglia e cuci. Più che un hobby per tante donne (non mancano gli uomini), un modo per esprimere se stesse, una pausa rilassante, creativa e divertente che rompe il ritmo quotidiano. Per qualcun'altra anche una cura terapeutica dalla dipendenza dello shopping compulsivo.

Darsi alla moda 'fai da te' per le giovani 'apprendiste' non è solo una mania simile a quella che ha colpito diversi nostri personaggi dello spettacolo (Valeria Marini, Samantha De Grenet, Simona Ventura, etc.), nonché nobili (Emanuele Filiberto) e calciatori (Francesco Totti e consorte, Vieri e Maldini, Gigi Buffon, Batistuta, Francesco Coco) vinti dal fascino di diventare stilisti con il lancio di nuovi marchi e collezioni, bensì un''arte di vivere' che riflette il piacere individuale di esibire pezzi unici con l'orgoglio di esclamare: "Questo l'ho fatto io!".

Così dietro l'angolo di casa spuntano come funghi corsi ad hoc - pubblicizzati solo da un volantino vecchio stile - per imparare a confezionare i propri abiti. Si apre una nuova stagione per le scuole di formazione sartoriale che ora non hanno più aule semivuote e on line si trovano una marea di indirizzi su come cominciare l'arte del 'fai da te'. La nuova tendenza non sarebbe potuta esplodere negli States senza www.etsy.it , sito che raccoglie vestiti, mobili e oggetti di vario genere artigianali e punto di riferimento anche per gli aspiranti stilisti.

Da Exuve (www.exuve.com), azienda californiana di abbigliamento, si possono addirittura vendere le proprie creazioni. A patto che vengano promosse dai membri della community di Exuve dopo aver partecipato ad uno dei concorsi mensili organizzati dall'azienda. I vestiti vincitori vengono poi messi in produzione per la vendita diretta sul sito e il 5% dei ricavi per ogni capo acquistato va direttamente al creatore, oltre ad un premio extra di 500 dollari e un buono da 200 dollari da spendere nella boutique Exuve.


Su www.threadbanger.com si possono seguire le istruzioni su come 'clonare' gli abiti delle attrici spendendo poco. Insomma, il segno dei tempi è che lo stile D.I.Y. si sta consolidando di pari passo con il fare della necessità (del risparmio) virtù. Come dire la creatività sa sopravvivere ai tracolli.

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