Ansa
23 lug 2018
L'Italia vista dai cinesi: design, turismo e shopping di moda
Ansa
23 lug 2018
L'Italia vista con gli occhi a mandorla dei cinesi incuriosisce per le ultime tendenze degli arredi, del design, per le mete turistiche e gli indirizzi shopping nel campo della moda. A sorpresa, nelle ricerche digitali associate all'Italia, sono numerose anche le query sulle opportunità di studio, non ultime nel settore della cucina, anche se cibo e vino italiani hanno percentuali minime su Baidu e WeChat, molto in voga tra i giovani del Celeste Impero, anche per la censura dei motori di ricerca USA.
Secondo un'indagine dell'Osservatorio Paesi terzi di Business Strategies sul posizionamento del Made in Italy in Cina, condotta in collaborazione con Nomisma Wine Monitor, su Baidu (75% delle investigazioni online in Cina) è di 9.200 ricerche la media giornaliera per la parola chiave 'Italia', una frequenza superiore rispetto a quella francese. Tuttavia, Made in Italy, brand simbolo del nostro lifestyle, perde tutto il suo senso evocativo e vale nulla più del suo significato letterale. Lo dimostra il traffico su Baidu, il principale motore di ricerca del Paese, dove la query 'made in Italy' è comparsa in lingua cinese nell'ultimo mese solo 20 volte al giorno. Una goccia in mezzo al mare, se si tiene conto dei 772 milioni di internet user nel Dragone dei record, che in 10 anni ha registrato un'escalation digitale pari al 268%.
Le ricerche sono state eseguite con keyword in lingua originale e in lingua inglese, precisano i promotori. In generale, le query associate all'Italia sono legate a info generali (34%), seguite dai simboli del Made in Italy: 'arredo e design' (26%) e 'turismo' (23%), con quote minori opportunità di 'studio' (8%), 'cibo' (4%) e il 'vino', che chiude con l'1%. Un dato quello legato al prodotto enologico che cresce fino al 6% nelle ricerche correlate alla Francia, che ci supera anche per turismo (34%) e moda/shopping (13%).
Tra le province, è Guangdong quella in cui si registrano il maggior numero di ricerche, mentre Pechino e Shanghai sembrano riscuotere maggior interesse verso il vino italiano rispetto a quello francese. Infine, il monitoraggio sul principale social cinese, WeChat, rivela come il 'vino rosso italiano' risulti essere in ascesa, ma ancora lontanissimo dal competitor francese il cui indice - registrato a metà giugno - è di 10 volte più alto (33,360 contro 3,182). ''Abbiamo perciò voluto dimostrare con i numeri - conclude Silvana Ballotta, CEO di Business Strategie - sciò che è il loro sentiment nei nostri confronti, per capire come meglio direzionare in Cina il lavoro dell'impresa Italia''.
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