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18 mar 2016
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L'India impone una tassa sulle vendite di oro incrementando i dazi sulle importazioni

Di
Reuters
Pubblicato il
18 mar 2016

L'India ha reintrodotto una tassa locale sulle vendite di gioielli in oro dopo un intervallo di quattro anni, portando a una percentuale record i dazi sulle importazioni. I funzionari statali della nazione asiatica sperano che questa mossa strategica possa portare a ridurre la domanda per il metallo prezioso nel secondo più grande consumatore mondiale di oro.


I governi che si sono succeduti alla guida della terza maggiore economia dell'Asia hanno lottato per frenare l'appetito degli indiani per l'oro, il quale però non è mai calato, nonostante l'imposizione di un dazio del 10% nel 2013 e di altre restrizioni, introdotte gradualmente.

Le importazioni annuali d'oro, arrivate fino a 1.000 tonnellate, che rappresentano circa un quarto del disavanzo commerciale dell'India, hanno anche spinto il governo a lanciare un sistema per mettere in circolazione le oltre 20.000 tonnellate del metallo che giacciono inattive in case e templi.

Il Ministro delle Finanze Arun Jaitley, presentando il suo terzo bilancio annuale, ha annunciato l'applicazione di un'accisa dell'1% sui gioielli in oro e diamanti. Un rapporto proveniente dal suo ministero ha affermato che l'oro era sotto-tassato nel Paese, dove il più ricco 20% della popolazione effettua circa l'80% degli acquisti di oro.

I gioiellieri sostengono che il nuovo dazio ridurrà la domanda, il che alla fine potrebbe frenare il recupero che si è avuto negli ultimi anni grazie a quel “porto sicuro” che sono diventati i prezzi dei lingotti a livello mondiale.

"L'accisa porterà gli affari dei gioiellieri a un punto morto", ha detto Ketan Shroff, un portavoce dell'India Bullion and Jewellers Association, sostenendo che molti dei quasi 10 milioni di artigiani che lavorano nel settore potrebbero perdere il posto di lavoro.

Il governo indiano impose un'accisa anche nel 2012, ma dovette annullarla dopo un massiccio sciopero dei gioiellieri.

Questa volta le organizzazioni professionali e commerciali hanno in programma di incontrare i funzionari del Ministero delle Finanze per chiedere l'eliminazione del dazio, ha detto Praveenshankar Pandya, direttore del Gem & Jewellery Export Promotion Council.

Più limitazioni, in genere portano a un commercio più illegale. Le transazioni in oro non ufficiali sono aumentate da quando l'India ha reso obbligatorio per i clienti di rivelare il loro codice fiscale per gli acquisti di alto valore.

"Per ogni imposta, i gioiellieri devono avere a che fare con varie agenzie governative", dice Aditya Pethe, un direttore di Waman Hari Pethe Jewellers. "Per un gioielliere è difficile conformarsi alle norme sulle accise".

DAZI SULLE IMPORTAZIONI

Le vendite di gioielli in India sono scese negli ultimi due mesi a causa di un rialzo dei prezzi, ma anche per il fatto che i consumatori hanno ritardato gli acquisti sperando in un taglio dei dazi alle importazioni. Ciò ha costretto gli importatori ad offrire uno sconto fino a 53 dollari per oncia sui prezzi a livello mondiale, per disfarsi del loro inventario.

Ma Jaitley ha sorpreso il mercato, mantenendo l'accisa e invece aumentando all'8,75% (dall'8% precedente) i dazi compensativi agevolati sulle importazioni di lingotti d'oro dore, una lega.

I prezzi locali dell'oro sono cresciuti dell'1,4% dopo l'adozione del provvedimento, mentre le azioni dei maggiori gioiellieri, come Gitanjali Gems e Titan Company sono calate.

"Gli sconti scenderanno gradualmente nei prossimi giorni, dato che ora c'è chiarezza per quanto riguarda la struttura dei dazi", ha puntualizzato il direttore di Waman Hari Pethe.

1 dollaro = 68.4650 rupie indiane

Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: Reuters

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