30 mag 2013
Kik vuole estendere l'accordo sulla sicurezza nel settore tessile ad altre regioni del mondo
30 mag 2013
La catena tedesca di discount di periferia vuole che l'accordo sulla sicurezza firmato da molti attori del settore a seguito del tragico dramma industriale accaduto in Bangladesh sia esteso ad altre nazioni. Il discounter pensa in particolare al Pakistan. In un comunicato, la direzione precisa che sono in corso delle trattative con associazioni come ILO (International Labour Organisation) e varie istituzioni. «Il nostro obiettivo è che in tutte le regioni, come per esempio in Pakistan, gli standard elevati delle condizioni di lavoro, delle protezioni contro gli incendi e della sicurezza nelle fabbriche siano i medesimi», ha dichiarato Michael Arretz, direttore responsabile del management dello sviluppo sostenibile e della comunicazione corporate di Kik.
Nel 2012, Kik, noto per la sua proposta di capi molto economici, si è trovato al centro dell'attenzione in Germania a seguito dell'incendio di una fabbrica in Pakistan. Nel comunicato, Kik ricorda che i capi etichettati a suo nome trovati tra le macerie in Bangladesh sono legati a un importatore. «Dal 2008, non abbiamo effettuato direttamente nessun ordine con un subfornitore basato nel quartiere del Rana Plaza (il quartiere della capitale Dacca dove il crollo di un edificio ha causato più di 1.000 morti)", precisa il comunicato.
Kik intende aumentare ulteriormente la quota di ordini passati direttamente ai produttori, che a livello mondiale è già dell'80%.
Bruno Joly (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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