Jolidon: al via i primi corner con Galeries Lafayette ed El Corte Inglés

Di

Elena Passeri

Laura Galbiati

Pubblicato il
5 feb 2018

Jolidon, azienda rumena specializzata in underwear e beachwear, che quest’anno festeggia 25 anni di attività, nel 2018 aprirà i suoi primi corner all’interno di department store, iniziando da Galeries Lafayette a Parigi ed El Corte Inglés in Spagna.

“In Romania abbiamo un centinaio di negozi monomarca, ma sul fronte estero finora abbiamo preferito mantenere la nostra distribuzione nel canale wholesale, con cui lavoriamo molto bene”, ha spiegato a FashionNetwork.com Ramona Chiurbe, responsabile della filiale italiana dell’azienda, incontrata in occasione di Immagine Italia 2018. “Ora ci sentiamo pronti per i nostri primi corner, ma non pensiamo comunque di aprire store monobrand all’estero in futuro”.

Fondata 25 anni fa dall’attuale titolare Gabriel Cirlig, oggi Jolidon conta circa 1.800 dipendenti nell’headquarter in Transilvania e filiali in Italia, da circa 18 anni, Francia, Polonia e Russia. “Negli altri mercati lavoriamo con distributori locali o agenzie di rappresentanza, come in Germania, Paese in cui sta crescendo molto bene la nostra linea de luxe Prelude, così come negli Stati Uniti”.

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Jolidon, che punta molto sulla qualità dei propri prodotti, per i quali utilizza esclusivamente tessuti italiani, pizzi francesi e accessori Swarovski, possiede tre marchi: Prelude, la linea lusso (350/400 euro il prezzo al pubblico di un body); Jolidon, con una fascia prezzo che va da 48 a 59 euro per il reggiseno e da 18 a 35 euro per gli slip; e Lilly, linea primo prezzo venduta nella grande distribuzione. Tutti e tre i brand hanno la linea intimo e la linea mare e la produzione avviene nei diversi siti produttivi dell’azienda dislocati in Romania.

“In Italia, che rappresenta il nostro terzo mercato dopo Romania e Russia, lavoriamo molto bene con il beachwear”, ha concluso Chiurbe. “A livello globale, la linea mare rappresenta il 60% del fatturato e l’intimo il 40%, mentre la donna pesa per il 70% sul giro d’affari contro il 30% dell’uomo”.