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31 mag 2017
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Jeckerson riduce il debito e investe sul brand, puntando a oltre 40 milioni di ricavi nel 2020

Pubblicato il
31 mag 2017

Jeckerson, il brand dei “pantaloni con le toppe” fondato nel 1995 a Bologna dai fratelli Chionna e dal 2008 di proprietà del fondo inglese Stirling Square Capital Partners, ha portato a termine un lungo e complicato processo di ristrutturazione finanziaria che ha consentito la riduzione dell’indebitamento aziendale di circa 90 milioni di euro.

Gian Maria Argentini, AD di Jeckerson


“L’acquisizione dell’azienda da parte di Stirling nel 2008, subito prima della grave crisi economica mondiale, ha visto una grande partecipazione del sistema bancario”, ha spiegato Gian Maria Argentini, AD di Jeckerson, nel corso di una conferenza stampa organizzata il 31 maggio nello showroom milanese del brand. “Le mutate condizioni economiche hanno reso questa struttura insostenibile, finché nel 2015 abbiamo deciso di utilizzare una particolare procedura di concordato preventivo in continuità”.

L’azienda, infatti, non ha mai interrotto la propria operatività, riuscendo a garantire ai fornitori strategici il 100% di quanto era loro dovuto, grazie anche al fondo che ha fornito nuova finanza, e continuando così a produrre e a consegnare ai propri clienti.

“L’accordo raggiunto, sotto l’egida del Tribunale, prevede che il debito verso l’ex proprietario, come da contratto, sia stralciato totalmente”, ha aggiunto il manager. “Per quanto riguarda le banche (Monte dei Paschi di Siena, Unicredit e GE Capital, che fa parte di Banca Ifis) e i fornitori non strategici, il debito nei loro confronti è stato stralciato per il 95%, mentre per il restante 5% riceveranno azioni di classe ‘B’, quindi con diritti patrimoniali ma non amministrativi, della società. Le azioni di classe ‘A’ sono invece al 100% di Stirling. Importante sottolineare che l’83% dei debitori ha votato a favore di questa soluzione, dando fiducia all’azienda”.

Pantaloni Jeckerson personalizzati da Daniele Tozzi


Da queste basi Jeckerson riparte, investendo sulla comunicazione e sul marketing, come spiega Argentini: “Siamo sempre stati un’azienda di ‘prodotto’, ora vogliamo investire sul brand e per questo motivo destineremo tra il 5% e il 7% del nostro fatturato a progetti di comunicazione multicanale, che comprenderanno campagne su testate periodiche e attività in ambito digital, soprattutto i social”.

La toppa, tratto distintivo dei pantaloni Jeckerson, diventa un elemento di comunicazione, come nel progetto “Follow the patch”, che vede il coinvolgimento di artisti di vario genere chiamati a interpretare con la loro arte temi di attualità scelti dall’azienda; le loro creazioni saranno poi riportate sulle toppe con diverse modalità: stampe, ricami, nuovi tessuti. I primi artisti coinvolti nel progetto sono stati i calligrafi Daniele Tozzi e Luca Barcellona, che gli scorsi 12 e 13 maggio hanno personalizzato con i loro disegni realizzati con la tecnica calligrafica le vetrine dello store Jeckerson di corso Matteotti a Milano, oltre alle t-shirt dei clienti.

Novità anche sul fronte prodotto e distribuzione. Per quanto riguarda il primo aspetto Jeckerson sta valutando nuove brand extension, dopo quelle del bimbo e dell’abbigliamento mare già esistenti e gestite in licenza, coerenti con il mondo del pantalone. “Stiamo inoltre lavorando sulla collezione donna, che dalla primavera/estate 2018 sarà curata dallo studio Gallieri Venneri, mentre l’uomo è gestito dallo studio Mauro Ravizza Krieger: abbiamo preferito mantenere separate le due collezioni a livello stilistico perché la donna, che rappresenta un’importante opportunità di business, deve avere una sua identità ben definita”, ha chiarito Argentini.

Dal punto di vista distributivo, ad agosto partirà dallo store di corso Matteotti a Milano un restyling dei negozi Jeckerson, attualmente 36 in Italia tra retail e outlet: “Non abbiamo in mente un concept standard, i negozi saranno adattati ai diversi tipi di spazi e contesti, ma con un unico leit motiv: il prodotto dovrà essere il vero protagonista”, ha spiegato l’AD.

L’azienda, che intende focalizzarsi in questa prima fase di rilancio sull’Italia, non ha ancora progetti definiti per l’estero: “Sicuramente uno dei mercati che ci interessano maggiormente sono gli Stati Uniti, che abbiamo già approcciato e nel quale siamo presenti oggi in circa 15 specialty store alto di gamma, il target di negozi in cui punteremo a posizionarci in futuro. Potremo poi valutare di aprire anche dei monomarca in USA”, ha concluso Argentini.

Jeckerson, che ha archiviato il 2016 con un fatturato di 30 milioni di euro, prevede di chiudere il 2017 in linea con l’anno precedente e punta a superare i 40 milioni di euro nel 2020. Il ritorno all'utile da parte dell'azienda potrebbe in futuro determinare la decisione, da parte del fondo, di uscire dalla società e metterla in vendita.

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