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Pubblicato il
15 mag 2009
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Italiani riforniscono di capi falsi negozi dei cinesi
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15 mag 2009
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Milano, 15 mag. - Circa 370mila sciarpe e foulard e 8,4 chilometri di stoffa, tutti riportanti disegni o marchi contraffatti delle più note griffe della moda internazionale sono il bilancio di un'importante operazione portata a termine dal Gruppo della guardia di finanza di Milano che ha svelato l'ultima frontiera del ricco mercato illegale della contraffazione: italiani che producono e distribuiscono all'ingrosso falsi che vengono venduti in negozi gestiti da cinesi a Milano.
I finanzieri hanno infatti denunciato per contraffazione e ricettazione tre insospettabili artigiani con piccole ma ben avviate attività in provincia di Biella e Como e un recidivo esercente di origine cinese che nel suo negozio vendeva una piccola parte del "bottino" sequestrato, che sul mercato ha un valore commerciale complessivo che si aggira intorno ai due milioni di euro.
L'operazione delle fiamme gialle, denominata "Primavera", svela quello che solo in apparenza appare come un curioso paradosso, falsari italiani che vendono a commercianti cinesi, ma che in realtà, conferma (se ce ne fosse ancora bisogno) la centralità del nostro Paese nella produzione del "falso". In questo caso la camorra non c'entra, né ci sono "schiavi" cinesi o italiani stipati in laboratori clandestini, ma due sessantenni titolari di due storiche e solide aziende a conduzione familiare, una di Como che realizza cliché e cilindri per stampe e una di Bulgarograsso (Como) che stampa tessuti.
Secondo i finanzieri i due avrebbero ricevuto la "commessa" da un 48enne grossista di Biella, ritenuto l'ideatore della filiera, nel cui magazzino posto in un seminterrato ricavato dall'unione di una serie di box sotto un palazzo di Candelo (Biella), sono stati trovati stipati gran parte dei capi contraffatti. Sciarpe e foulard di qualità medio-bassa, che venivano venduti tra i 5 e i 7 euro.
L'indagine, presentata oggi nel corso di una conferenza stampa a cui ha partecipato anche il comandante provinciale della guardia di finanza di Milano Attilio Iodice, ha preso avvio dopo un controllo effettuato nel pomeriggio del 25 marzo scorso, in un negozio di via Bramante, nel pieno centro della Chinatown meneghina, dove sono stati trovati circa 5.500 pezzi contraffatti. Da lì, i finanzieri sono risaliti al magazzino di Candelo dove il commerciante si approvvigionava, e al termine di un lungo appostamento hanno bloccato il grossista italiano.
Da lui i finanzieri sono risaliti ai "produttori" a cui sono stati sequestrati rispettivamente tre cilindri di stampa per riprodurre (con un complesso meccanismo) la tipica trama di linee che caratterizza i tessuti di Burberry's e 37 "quadri di stampa" che riproducevano i marchi Dior, YSL, Louis Vuitton, Armani, Chanel, Gucci e Versace, e decine di rotoli di stoffa contraffatta. Secondo gli investigatori il "business" andava avanti da qualche mese.
Fonte: APCOM