Di
Adnkronos
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Pubblicato il
13 mag 2011
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Italia repubblica di narcisi, +65% vendite prodotti per lui
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Adnkronos
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13 mag 2011
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L'Italia? Una repubblica di narcisi con i pantaloni. Succede ormai da qualche anno: sempre più uomini bussano alle porte della farmacia per acquistare prodotti di bellezza. Dalle creme per il viso ai 'roller' per ridurre le occhiaie, la cosmetica declinata al maschile prende quota. E si rivela la voce che ha registrato l'aumento più consistente nel 2010: +65% rispetto al 2009, in una fase in cui il cosmetico in farmacia non cresce con i ritmi dei tempi d'oro (2005-2007). E' quanto emerge dai dati diffusi in vista di Cosmofarma, la mostra di prodotti e servizi per la salute, il benessere e la bellezza in farmacia, in programma da domani al 15 maggio a Bologna.
Gli uomini spendono 18,5 milioni di euro in prodotti di bellezza. Nel 2010 sono state oltre 1 milione le confezioni vendute (+19% rispetto al 2009). E nonostante la cosmesi per lui resti un settore di nicchia, il trend positivo promette risultati in ascesa per gli anni a venire. Un exploit simile lo registrano solo le vendite di profumi in farmacia, che crescono del 32,8% per un giro d'affari di 4,7 milioni di euro.
E se la colonna portante del settore restano pur sempre i prodotti di bellezza femminile che nel 2010 valevano 678,8 milioni di euro (+5,5% rispetto al 2009), non è detto che l'altra metà del cielo non arrivi, in un futuro prossimo, a insidiare questo primato.
Intanto la cosmetica in farmacia registra una battuta d'arresto. I dati segnalano nel 2010 una crescita del 2,7% in termini di valore di mercato (si parla di 1,9 miliardi di euro) e una contrazione dello 0,4% nel numero di confezioni vendute (184,7 milioni). Nulla a che vedere con il picco toccato nel 2007, quando il settore cresceva del 7,6%.
Se l'uomo sceglie la farmacia per i suoi acquisti di bellezza, crollano invece le vendite di prodotti di bellezza unisex (-1,2% dei volumi) principalmente nei segmenti solari, antiacne e antiseborroici. Male anche il comparto igiene personale e orale, che perde il 3,7% in termini di volumi di vendita.
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