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APCOM
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30 apr 2009
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In Italia aumentano "i poveri in giacca e cravatta"

Di
APCOM
Pubblicato il
30 apr 2009



Li chiamano i "poveri in giacca e cravatta". Sono i nuovi poveri che appartengono alla borghesia italiana che non ce la fa ad arrivare al 20 del mese. Sono lavoratori dipendenti che hanno visto diminuire il loro potere d'acquisto, sono anziani con una pensione di 600 euro mensili, sono i giovani precari, i divorziati con figli e quelle persone che si concedono di avere più di un figlio per i quali il rischio povertà cresce al 28%.

Nel nostro paese ci sono, oggi, 7 milioni e mezzo di poveri , molti dei quali "nuovi poveri" che sentono l'effetto della recessione e che, vestiti dignitosamente, puliti e sbarbati, fanno la file alle mense gestite da associazioni e enti. Se ne è parlato oggi al convegno P.A.N. II, Prevenzione, alimentazione, Nutrizione) "Alimentazione e recessione" che si è appena concluso a Roma a Palazzo Marina, Camera dei Deputati.

Secondo Claudio Giustozzi, Segretario Nazionale Associazione "Giuseppe Dossetti: i Valori" tra gli organizzatori della manifestazione, la nostra società è stata definita "la società dei tre terzi": un terzo degli italiani appare garantito, un terzo vive in una ristrettezza economica e un terzo è rappresentato da quella fascia di società di ceto medio che vive ormai di precarietà. Un problema globale, quello dell'avanzare della povertà, che colpisce anche l'Europa dove, secondo il Wall Street Journal ci sono 74 milioni di poveri sui quali pesa il caro prezzi e un uso sbagliato dell'alimentazione.

In Italia è un italiano su tre a sentirsi povero e fa la spesa al discount per risparmiare. Secondo i dati forniti nel corso del convegno, metà delle famiglie italiane vive con meno di 1850 euro al mese, un reddito con il quale bisogna far quadrare le spese previste, come bollette e cibo. Il guaio sono le spese inattese che rappresentano il 47% delle famiglie numerose e il 38% di tutti i nuclei familiari. Nell'ultimo anno, 2007-2008, le condizioni delle famiglie sono peggiorate: nel 2008 il 21,2% delle famiglie è in arretrato con le bollette; il 18,6% non è riuscito a scaldare la casa; il 38,4% non ha potuto affrontare una spesa imprevista e il 18,6% non ha avuto soldi per le spese mediche.

Il 2008 non è stato un anno facile per i consumatori italiani.
Dai dati di aprile della Consumer Confidence Survey, la ricerca semestrale Nielsen che analizza il comportamento e le maggiori preoccupazione dei consumatori in 53 paesi del mondo, emerge che il 91% degli italiani riconosce la situazione economica del paese come recessiva. In Italia l'indice di fiducia è del 70%. Le maggiori preoccupazioni sono l'economia e il posto di lavoro rispettivamente con il 24% e il 20% . Il consumatore taglia sull'acquisto di abbigliamento (72%), sui consumi fuori casa (65%), sulle vacanze (50%) e rimanda l'acquisto di beni durevoli e semidurevoli.

Nella spesa giornaliera il consumatore va a caccia di promozioni o cerca alternative con prodotti di primo prezzo o che costano di meno, oppure si rivolge a canali di vendita come i discount.

Fonte: APCOM